La necessità della raccolta di materiali presenti nell'asteroide, preziosi indizi in grado di aiutarci a comprendere di più sulla formazione del nostro sistema solare e della vita in esso, ha spinto la NASA a programmare la missione Origins Spectral Interpretation Resource Identification Security Regolith Explorer o "OSIRIS-REx". La missione avrà inizio giovedì 8 settembre, quando, dalla Cape Canaveral Air Force Station in Florida, decollerà la sonda che, nel 2019, raggiungerà Bennu e ne raccoglierà dei campioni.

Il costo dell'operazione si aggira intorno a 800 milioni di dollari.

L'equipaggiamento della sonda spaziale

La navicella sarà dotata di pannelli fotovoltaici e di batterie (che ne permetteranno l'alimentazione elettrica), di una capsula di atterraggio e di altre importanti attrezzature scientifiche; tra cui varie fotocamere, sistemi per sviluppare una mappa topografica dell'asteroide, spettrometri e un sistema di raccolta che servirà per prelevare materiali dalla sua superficie. La sonda dovrà infatti portare fino alla terra campioni di Regolite che successivamente verranno studiati dagli scienziati e mappature della composizione chimica e mineralogica di Bennu.

Uno sguardo nel passato

Studiare un asteroide come Bennu permetterà, appunto, agli scienziati, di dare uno sguardo nel passato del nostro sistema solare per conoscerne meglio l'origine. Gli asteroidi sono piccoli residui del processo che ha portato alla formazione dei pianeti e, infatti, guardare in uno di essi è come guardare milioni di anni indietro, quando ancora il sistema solare era in via di formazione. Inoltre potremmo ricavare alcuni indizi sulla creazione della vita, poiché molti corpi celesti come questo contengono sostanze, come il carbonio, necessarie allo sviluppo di organismi viventi. Non a caso la missione OSIRIS-REx fa parte del programma New Frontiers, progetto della NASA che ha come obbiettivo l'esplorazione scientifica del sistema solare, progetto di cui fanno parte anche importanti missioni come New Orizons e Juno.