Da quando è stato, purtroppo, scoperto il furto dei dati personali di 87 milioni di utenti ad opera di Cambridge Analytica (la quale avrebbe utilizzato questi dati a scopo politico), il concetto di privacy ha guadagnato notevole attenzione sia da parte degli utenti che da parte dei governi. Non è un caso che, proprio in questi mesi, si stia per attuare il nuovo regolamento europeo sulla privacy (chiamato anche Gdpr).

Anche Whatsapp, l'applicazione per la messaggistica istantanea più utilizzata al mondo, non è esclusa da queste nuove normative e, pertanto, si ritrova costretta a modificare alcuni termini di servizio al fine di rispettare la legge. Una di queste modifiche riguarda anche l'età minima richiesta per poter utilizzare il servizio 'Whatsapp Messenger'.

Stop a Whatsapp per tutti coloro che non hanno 16 anni, ma c'è un trucco

Stando a quanto dichiarato nel blog ufficiale di Whatsapp, sembra che la modifica più rilevante riguardi proprio l'età minima richiesta per accedere al servizio, che passerebbe dai classici 13 anni a 16 anni.

Dato che si tratta di un adeguamento ad una normativa europea, il nuovo limite interesserà solamente l'Europa (negli Stati Uniti, ad esempio, non ci sarà questa nuova soglia).

Tuttavia, sfruttando una piccola eccezione concessa proprio dal Gdpr, è possibile utilizzare l'app anche se non si ha l'età richiesta. Stando sempre a quanto detto sul blog di Whatsapp, è sufficiente richiedere l'autorizzazione ad un genitore oppure ad un tutore per poter usufruire legalmente del servizio. Non si tratta, dunque, di uno stop completo, ma di una modifica volta a tutelare i più giovani. Non è nota, al momento, la procedura adottata per verificare l'assenso del genitore/tutore.

Anche Facebook e Google si allineano al Gdpr europeo

Questa stretta sulla privacy, ovviamente, non interessa solamente Whatsapp. Per fare un esempio, anche Facebook si ritrova costretta a modificare alcune condizioni di servizio al fine di rispettare il regolamento europeo. Per ora, la promessa si limita ad una maggiore riservatezza delle informazioni, evitando che aziende esterne possano prenderne possesso senza l'autorizzazione dell'utente.

Sembra che anche Google si stia muovendo allineandosi al Gdpr. Nel dettaglio, sembra che i siti web che facciano affidamento sul noto motore di ricerca debbano rispettare nuovi limiti e obblighi in modo tale da garantire il rispetto della privacy. Insomma, sembra che tutti i colossi del web si siano 'messi in riga' rispettando la legge. La vera domanda, comunque, rimane la stessa: servirà a qualcosa o tutto sarà vano?