Intervista al conduttore e giornalista,  ma soprattutto molto attivo nella divulgazione scientifica e culturale, Alessandro Cecchi Paone, su una tematica bollente e discussa in molti salotti televisivi: Medjugorje! Cecchi Paone ha dimostrato sempre una certa ostilità nei confronti di questo luogo, ma nella seguente intervista è stato molto più morbido e flessibile.

A Medjugorie c'è una serenità infinita e Papa Francesco è padre di tutti

Dottore Cecchi Paone, nella Pasqua del 2014 è andato a Medjugorje in pellegrinaggio con Paolo Brosio. Quali sono state le realtà che l’hanno colpita positivamente di Medjugorje?

Quello che mi ha colpito positivamente è stato sicuramente il clima, l’atmosfera, l’affettuosità e la dolcezza di tutti i pellegrini italiani che mi riconoscevano e mi hanno accolto in maniera festosa ed in maniera amichevole.Non so perché Paolo Brosio temeva il rischio di atteggiamenti meno amichevoli nei miei riguardi, ma sono stati giorni di grande positività.

Poi ho notato che i pellegrini che vanno a Medjugorje sono molto più sereni e rilassati, più propensi ad un atteggiamento pacifico. Questo è sicuramente l’aspetto positivo che mi porto dietro da quell’esperienza.

Ha conosciuto personalmente la veggente Vicka. Quali sono state le Sue impressioni?

In passato mi sono occupato molto di fenomeni paranormali e di persone che sostengono di avere poteri. Mi è sembrata una persona che rientra in quella categoria di persone che sostengono di avere poteri paranormali ma che non sono dimostrabili scientificamente, sono poteri le quali conseguenze non sono tangibili.Per me non è stato nulla di nuovo, è una persona di grande carisma ed esercita un fascino particolare su psicologie deboli e fragili perché magari sofferenti ma incapaci di dare una prova scientifica sui loro presunti poteri.

Lei tempo fa, ha dichiarato quanto segue: “Se non ci fosse stata l’elezione di Papa Francesco non mi sarei mai sognato di venire nella terra dove voi dite che appare la Madonna”. Ci spieghi meglio

Volevo dire che Papa Francesco rispetto a tutti i Pontefici precedenti ha chiesto sia ai credenti che ai non credenti, ai cattolici e ai laici, di non contrapporsi, di non litigare, di non scontrarsi ma di ascoltarsi, conoscendosi meglio ed essere disponibili ad un confronto fraterno.E’ un Papa che per la prima volta parla a tutti, ascolta tutti e di conseguenza ho voluto dare questo mio segnale e questa disponibilità di scoperta reciproca.

Lei considera Papa Francesco un papà. Perché?

Perché il suo atteggiamento non è di giudizio e di condanna (come i precedenti Pontefici) lui va al di là della dottrina cattolica e ritiene che la chiave sia innanzitutto quella dell’ascolto e della comprensione e della voglia di capire l’altro.

E’ il Papa della Misericordia!

Lei crede a ciò che vi è illustrato nei Vangeli?

Li conosco molto bene. Credo assolutamente al loro valore rivoluzionario ed è stato detto a chiari parole che gli esseri umani sono tutti uguali ed hanno gli stessi diritti e meritano ogni rispetto assoluto. Ogni essere umano al di là della sua appartenenza nella società, ha una dignità intoccabile.Questo è un segnale dei vangeli e dell’insegnamento del Cristo.

Lei si considera un ateo o un agnostico?

Non mi considero un ateo perché l’ateismo è una religione come le altre, in cui si adora il non credere, in cui si cerca di dimostrare che Dio non esiste. Mi definisco più che altro agnostico cioè una persona che ritiene che la religione si attenga ad una dimensione più profonda e più misteriosa dell’animo di ciascun essere umano e che la fede venga considerata e rispettata come patrimonio essenziale della personalità umana.

Cosa si aspetta da questo Giubileo straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco?

Mi aspetto che questo Giubileo dica una volta per tutte che il Papa e la Chiesa Cattolica hanno un grandissimo ruolo etico e morale proprio perché non hanno più un ruolo di potere inibitore fra gli inibitori delle libertà individuali.