Da qualche giorno, Federico Lucia, in arte Fedez, e sua moglie Chiara Ferragni, stanno vivendo una vera e propria battaglia contro il Coordinamento delle associazioni per la difesa dell'ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori (Codacons). Tutto sarebbe nato dalla raccolta fondi organizzata dalla coppia Ferragnez per cercare di donare una nuova terapia intensiva ad un ospedale di Milano.

Chiara e Fedez nella bufera per via della raccolta fondi

Il Coronavirus ha messo in ginocchio il sistema sanitario italiano, per tale motivo la coppia Fedez e Ferragni ha organizzato sui propri social una raccolta fondi, con l’intento di raggiungere il saldo necessario utile per far aprire un nuovo reparto di terapia intensiva all’ospedale San Raffaele di Milano. La campagna è andata molto bene e, in pochissimi giorni, sono stati raccolti 4 milioni di euro e a partecipare sono stati più di 200.000 persone. Dopo poche settimane da raggiungimento della cifra, è stato aperto il nuovo reparto di terapia intensiva al San Raffaele, che ha già raccolto i primi pazienti affetti da Covid-19.

Tuttavia c'è stato qualcuno che ha voluto monitorare e controllare la piattaforma utilizzata per raccogliere i fondi.

La prima è stata l’Antitrust, l’autorità garante della concorrenza e del mercato, la quale ha segnalato possibili costi occulti sulla raccolta, indagando sulle trattenute delle transazioni effettuate con carta di credito: a queste si sarebbero aggiunte ulteriori trattenute del 10% di commissione sulla donazione, che l’utente può però modificare. Ma l’Antitrust non è stato l’unico ad intervenire sulla raccolta Ferragnez.

Il Codacons contro i Ferragnez

L’agenzia Codacons ha chiesto informazioni all’ospedale San Raffele per capire se la costruzione del nuovo reparto di terapia intensiva sia stato frutto delle sole donazioni organizzate dalla coppia, o se invece è stata la struttura ad avere anticipato i soldi.

In seguito ha chiarito che tale delucidazione deve fatta per tutti gli utenti che hanno versato una somma di denaro. L’associazione dei consumatori e del mercato ha poi continuato chiedendo il rimborso delle trattenute e commissioni, chiedendo poi al l’Antitrust e alla procura di Milano di bloccare le organizzazioni di raccolte fondi organizzate dai privati.

Non è mancata la risposta del cantante Fedez che, su Instagram, ha accusato il Codacons di bloccare le raccolte fonde dei privati, ma di continuare ad organizzarle per se stessi con il pretesto di voler aiutare le persone a fronteggiare l’emergenza sanitaria. Il Codacons ha poi inviato una lettera nella quale chiedeva a Fedez di scusarsi entro 48 ore altrimenti gli faranno causa. Inutile dire che Federico non ha intenzione di scusarsi.