Il futuro del pianeta non è poi così scontato e non c'è niente di nuovo visto il continuo ingrandimento del buco dell’ozono e il lento sciogliersi dei ghiacciai, ma secondo uno studio pubblicato su alcune riviste scientifiche i primi disastri climatici potrebbero avvenire già entro i prossimi 10 anni.

Sarà l’uomo, a quanto pare, causa della sua fine e degli stravolgimenti ambientali che cambieranno drasticamente gli scenari di grandi città del mondo come Parigi, Londra, Berlino, New York. La ricerca ha evidenziato che continuando a sfruttare i combustibili fossili al ritmo attuale non si farà altro che contribuire al continuo innalzamento del mare, fino ad arrivare ad oltre 60 metri in più nel corso dei decenni.

Ciò comporterà la conseguente desertificazione delle città. La costante immissione di gas serra in atmosfera, inoltre, porterà le popolazioni ad un esodo di massa come mai prima d'ora, creando così i primi 'rifugiati climatici'. Il ritmo incessante dell'industria e lo sfruttamento delle risorse creerà delle città fantasma, con le persone costrette a spostarsi in zone più ospitali. Un vero e proprio scenario da giorno dell'apocalisse.

Ecco la tesi

"Bruciando tutte le riserve di combustibili fossili sulla terra, elimineremmo del tutto la calotta antartica provocando così un innalzamento permanente del livello del mare mai verificatosi nella storia umana" ha spiegato Ricarda Winkelmann, autrice dello studio.

Queste previsioni vengono fornite in concomitanza con l’accordo sul clima firmato al G7 di Elmau, anche se gli ultimi dati sul clima fotografano un pianeta che registra un aumento della temperatura globale di circa due gradi rispetto ai tempi in cui tutto il settore industriale non era diffuso su scala globale. Tutta colpa, quindi, del consumo ininterrotto di combustibili e la produzione di emissioni ai ritmi attuali. Le conseguenze saranno molto pesanti per la popolazione di tutta la Terra. Nel caso peggiore ci sarebbe il 52% di suolo coltivabile in meno con la riduzione del cibo a disposizione ed il successivo innalzamento dei prezzi di mercato sugli alimenti che compriamo giornalmente.

La cosa triste è che sappiamo che succederà, non sappiamo quando, eppure non facciamo assolutamente nulla per evitarlo.