Uno strano fenomeno meteorologico sta preoccupando i climatologi americani. Ci sono state diverse tempeste tropicali finora nel 2015, ma una strana mancanza di uragani, in particolare nell’Atlantico occidentale. Non sono quindi solo i terremoti a preoccupare gli esperti. Eric Blake, specialista in uragani presso il National Hurricane Center (NHC), ha commentato questa assenza di uragani ad ovest dei 55 gradi di longitudine nel bacino atlantico nell’attuale stagione, specificando che questa è la prima volta che accade dal 22 settembre 1914.

Il fenomeno si ripete dopo 100 anni

Quella stagione di 100 anni fa è stata l’ultima volta nella quale non se ne sono formati nella zona compresa tra il Mar dei Caraibi ed il Golfo del Messico. Ci sono due fattori che provocano questa mancanza: il wind shear, ovvero il fenomeno atmosferico che consiste in una variazione improvvisa del vento in intensità e direzione, e l’aria secca. Entrambi sono stati presenti in quella zona per tutta l’estate.

Gli uragani prosperano in climi ricchi di umidità tropicale, sfruttando l’evaporazione dell’acqua calda oceanica, mentre l’aria secca è dannosa per la loro formazione in quanto interrompe il ciclo di aria umida calda che sale a formare nuvole e temporali, ciclo che è la fonte di energia di un ciclone.

Allo stesso modo il wind shear crea un Ambiente ostile per i climi tropicali, interrompendo anche la capacità delle nuvole e dei temporali di organizzarsi in modo da favorire la formazione ed il mantenimento dell’uragano.

Colpa di El Niño?

Questa corrente calda può esserne parzialmente la responsabile. Di solito è associata a sfavorevoli formazioni di vento attraverso l’Atlantico Occidentale, ma d’altra parte non sono causate solamente dal caldo umido di molto superiore alla media stagionale in quella zona.

Infatti ci sono stati nove uragani nel Pacifico orientale, ma zero nell’adiacente Atlantico occidentale.

Se El Niño continua in questo modo e non provoca grandi cambiamenti, la siccità può proseguire ancora per qualche tempo. A tale riguardo, il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha pubblicato un aggiornamento della sua analisi nella quale i meteorologi predicono che ci potrà essere un picco dell’intensità tra il tardo autunno e l’inizio dell’inverno.