Zlatan Ibrahimovic, attaccante originario della periferia di Malmoe, in Svezia, dove è nato il 3 ottobre 1983. Carattere istintivo, capace di dare tutto per la squadra in cui milita, ma capace anche di andare via da un giorno all'altro. Non a caso ha cambiato molte squadre nella sua gloriosa carriera, riuscendo a non mettere mai radici. Una volta disse di Mourinho, che ebbe come allenatore al primo anno del tecnico portoghese all'Inter: 'per lui avrei ucciso'.

A sottolineare il legame che c'era tra i due. Eppure a rischiare seriamente la vita è stato proprio lui e non certo per lo Special one, bensì perché nel mirino di un Serial killer. Come quest'ultimo stesso ha confessato. Vediamo cosa è successo.

Ibrahimovic nel mirino di Peter Mangs

Come riporta Sport Stadio, Peter Mangs, il 43enne svedese che è stato condannato per due omicidi, nonché per altri otto tentati omicidi per fortuna non riusciti, ha confessato nella sua autobiografia che è mancato poco che non uccidesse anche il campione svedese Ibrahimovic. Correva l'anno 2010 e Ibra si trovava nella sua città d'origine: Malmoe.

Aveva parcheggiato male la sua Ferrari e al killer questa cosa non è proprio andata giù, al punto di innervosirsi e tornare a casa per prendere un'arma con l'intenzione di ucciderlo. Al suo ritorno, però, non ha trovato più né la vettura né il suo popolarissimo proprietario. Mangs sottolinea come quello di parcheggiare male le auto in modo spavaldo sia un atteggiamento tipico di chi proviene dai Balcani e di come il suo assassinio lo avrebbe reso molto popolare in tutto il mondo.

Insomma, un omicidio miracolosamente sfiorato. Per fortuna Zlatan andò presto via (forse per questo parcheggiò male la sua macchina, perché sapeva di dover sostare per pochi minuti) e negli anni a seguire ci ha regalato tante altre perle. Alcune in Italia col Milan. Ma forse si tratta di semplice fantasia di un assassino che cerca solo un po' di popolarità nella sua lucida follia, non essendogli bastate le efferatezze commesse.