Alvaro Morata entra, segna un gol dei suoi e resta alla Juventus? Questo interrogativo sembra davvero essere all'ordine del giorno in casa bianconera, e quale occasione per rilanciarlo, se non la finale di Coppa Italia vinta ai danni del Milan proprio grazie ad una rete del centravanti spagnolo?

Il contesto perfetto

In teoria il copione era perfetto: una Juventus bruttina, di quelle che non ti aspetti, che scende in campo quasi svogliata davanti ad un Milan tutt'altro che arrendevole.

All'apparenza sembra una formazione sbagliata, ma tra squalifiche (Bonucci) ed infortuni (Marchisio e Khedira su tutti) non sembrano esserci tante alternative. I veri nodi da sciogliere sono sulle fasce, e qui Allegri ad un certo punto del match decide di rivoluzionare tutto: fuori i titolari Lichtsteiner ed Evra e dentro, rispettivamente, Cuadrado ed Alex Sandro.

Proprio da un cross del colombiano nasce l'azione che porta al gol di Morata, il solito uno a zero firmato da un centravanti di razza che regala vittoria e "double double" (come la Juventus ha deciso di celebrare sui social network la vittoria, introducendo l'hashtag #2x2).

Coraggiosa la mossa di Allegri, che fa subentrare Morata al posto di Hernanes e schiera un 4-3-3 (o se vogliamo 4-3-1-2) con Dybala arretrato rispetto allo spagnolo e a Mario Mandzukic. Dunque, rete decisiva e trofeo alla Juventus (undicesima Coppa Italia della sua storia).

Morata festeggia: e ora cosa accadrà?

Cosa aspettarsi, dunque, da un giocatore fondamentale per la sua squadra, che per l'ennesima volta subentra dalla panchina e segna, decidendo di fatto le sorti di una partita? Che esulti, normale. Se a questo però sommiamo il fatto che da mesi si parla di lui come prossimo giocatore del Real Madrid (si dice che i "blancos" eserciteranno l'opzione di "recompra" per poi girarlo in Premier League, magari all'Arsenal), cosa è lecito aspettarsi? Un saluto, niente di più, niente di meno.

Un saluto che, tuttavia, non arriva.

A fine partita, quando il giornalista della Rai lo intervista in quanto miglior giocatore della finale di Coppa Italia (scelto dagli utenti social della Rai), l'attaccante rilascia diverse dichiarazioni, glissando però clamorosamente quando (magari fuori tempo massimo) il cronista chiede del suo futuro lontano da Torino. Eppure la domanda c'è stata, quando gli è stato chiesto: "Ora che la stagione è finita....". Se fosse stato addio, quale migliore assist? E invece no: Morata parla di Europeo, di Spagna come Nazionale e non come suo futuro.

Trattenere Morata? La soluzione c'è

Di certo c'è un grande rapporto con la città, con la società (reciproca stima) e con i tifosi, che insieme a Dybala lo hanno eletto come idolo e beniamino.

Tutto il resto è racchiuso nella volontà della Juventus di trattenerlo, il Real Madrid non c'entra. L'esercizio è semplice: il club madrileno non vuol puntare su Morata, quindi intende riscattarlo per 30 milioni (come da clausola) per girarlo, magari in Premier League, per una cifra vicina ai 50/55 milioni di euro.

Dunque, nulla è ancora deciso, anzi: sfruttando la volontà del giocatore (e gli ottimi rapporti con Zinedine Zidane), per la Juventus sarà sufficiente andare da Florentino Perez con l'offerta giusta (ovvero garantire al Real quel guadagno che si aspetta dalla "recompra"), e Alvaro Morata potrà restare bianconero.