Dopo le sconfitte indelebili a Messico 1970, Spagna 1982, Germania 2006 e Polonia-Ucraina 2012, non esiste nel mondo del calcio desiderio più ardente di quello dei tedeschi di battere finalmente l'Italia. Lo sport più popolare è entusiasmante per questo: offre sempre una rivincita. La memoria però resta e mai come in questo caso non potrebbe essere altrimenti, nel bene e nel male.
La cabala esiste anche per essere infranta così come i tabù.
Germania favorita?
Potrebbe agevolare i teutonici l'enorme dispendio di energie, fisiche e mentali, spese dagli azzurri contro la Spagna (favorita sulla carta ma sorprendentemente surclassata tatticamente sul campo con un secco 2-0). La tenacia e la grinta di Conte sono ormai un'arma micidiale della nazionale, contagiosa per tutti gli elementi, dal cuoco al preparatore dei portieri. La fame di vittoria è mostruosa e questi grandi stimoli riescono a cancellare ogni mancanza tecnica. Niente fronzoli per questa Italia ma spirito di sacrificio e voglia di combattere come se non ci fosse un domani.
Eroici gli azzurri. Stanchi, però.
Dal canto suo la Germania ha passeggiato nei suoi ottavi di finale contro la Slovacchia, mandando a segno nel 3-0 finale anche il redivivo Mario Gomez. La Slovacchia, però, non è l'Italia e il popolo germanico lo sa, Low compreso. Quel che è certo è che sarà un quarto di finale da ricordare, comunque vada. Una sorta di finale anticipata come lo è stata Italia-Spagna e l'attesa sarà interminabile. Aspettiamoci gli auguri di Renzi alla Merkel e viceversa. Aldilà della politica, Italia-Germania è più di una partita. Ricordi incancellabili di tante generazioni di calciatori e tifosi riafforano in un turbinio di emozioni, tutte colorate di azzurro. Momenti unici come quel 4-3 di Città del Messico con quel caldo infernale in una sfida che non finisce mai, riproposto in ogni salsa, con quel tocco epico che non sfigura mai, ripreso e raccontato nei libri e nei film. La storia continua. È ancora Italia-Germania. La storia del calcio.