È soprannominato “Il Gallo”. Andrea Belotti ha ereditato il nomignolo dal cognome di un suo caro amico d’infanzia che, per gioco, gli ha suggerito di esultare a ogni gol segnato mimando una cresta con la mano aperta sulla fronte.
Ragazzo semplice e genuino, ha saputo fare del lavoro, del sacrificio e della costanza la sua arma in più e che ora si appresta a vivere un momento felice della sua carriera.
Con la maglia del Torino, dopo aver giocato in Lega Pro nell'Albinoleffe (14 reti in 39 partite) e in B passare al Palermo (16 reti in 62 gare), è riuscito a conquistare la maglia azzurra a suon di gol e di esultanze con la "cresta".
La sua semplicità ha colpito un po' tutti i tifosi e gli appassionati di calcio e per approfondire questo aspetto umano: abbiamo pensato di rintracciare un suo insegnante delle superiori, Alberto Sperani.
Prima di "interrogare" prof. Alberto, abbiamo carpito una dichiarazione goliardica di un suo compagno di classe che così si esprime per giudicare il suo talento scolastico: “Sei più bravo come calciatore che come geometra!”
Ed il professore Alberto Sperani cosa dirà di Andrea Belotti?
Il prof.
di “Costruzioni" all’Istituto Leonardo da Vinci di bergamo così ricorda il suo studente campione: “Alla fine degli esami di maturità di tre anni fa portò a me ed altri colleghi la maglia dell’Albinoleffe di quell’anno. La squadra in quella stagione era però tornata in Lega-Pro e quindi le maglie non avevano più il cognome scritto sulla schiena, a differenza di quelle dell’anno prima in serie B. Allora lui che fece? Prese alcune maglie Albinoleffe di Lega-Pro e ci fece mettere, appositamente per noi, il cognome sopra il numero. Risultato: abbiamo la sua maglia originale col numero 11 e il cognome che è, e rimarrà, un pezzo unico!”
Questo gesto è rimasto nel cuore dei professori e, infatti ricambiano questo affetto con una speranza: “Spero che rimanga sempre il ragazzo incontrato a scuola, per lui e per la sua famiglia! E che nel 2018 ci faccia vincere il mondiale!!!”