Arriva dalle aule di tribunale la stupenda notizia, per molti studenti italiani, dell'ammissione ai corsi di medicina per 2mila studenti che erano stati esclusi ai test. A deciderlo è stato il Tar del Lazio.
La rivalsa degli esclusi ai test di medicina
Una rivincita secca per tutti coloro che aveva contestato fortemente la propria eliminazione dalla lista degli ammessi ai corsi di medicina nelle università italiane.
Arriva così la rivalsa per gli studenti che, a loro dire, sono stati immeritatamente eliminati da un gioco truccato. A dare la notizia è stato il coordinatore dell'Unione degli Universitari, Gianluca Scuccimara che afferma "Abbiamo permesso l'accesso a oltre 2mila studenti provenienti da ogni parte d'Italia. Cosa serve più per dimostrare che i metodi di selezione degli studenti sono ingiusti? Da sempre critichiamo il sistema di selezione e oggi finalmente abbiamo raccolto i frutti delle nostre battaglie". Il coordinatore dell'Unione degli universitari si appella poi al Governo "chiediamo che in Italia si apra una nuova parentesi che si lasci alle spalle il numero chiuso e si decida, invece, ad eliminare le barriere e i test d'ingresso".
Per gli studenti è 'una vittoria contro l'ingiustizia'
Staranno facendo i salti di gioia gli studenti riammessi in sovrannumero che ora potranno seguire gli ambiti corsi presso le facoltà di medicina italiane. Interviene per commentare la vittoria degli studenti, anche Alberto Irone, portavoce della Rete degli studenti medi. "Il Tar ha, finalmente, accettato il ricorso che noi abbiamo presentato lo scorso maggio insieme all'Unione degli Universitari". Il portavoce della Rete degli studenti medi precisa che le motivazioni che hanno portato alle presentazione del ricorso partono dal disguidi di Bari sui plichi, a suo dire, infatti, "A Bari si è presentato il problema dei quattro plichi mancanti e non uno come era stato precedentemente dichiarato e questo ha alterato l'equità del concorso". Prosegue affermando che la causa della fuga di notizie che ha inciso pesantemente sulla graduatoria nazionale e partita da lì anche grazie "al vizio dell'anonimato".