Nel Salento, il calcio torna alla ribalta non per i risultati sul campo, ma per episodi di violenza che nulla hanno a che vedere con lo sport. Nello scorso weekend, durante un incontro di Seconda Categoria leccese tra Supersano e Spongano, la partita è stata segnata da scontri, bombe carta e feriti, tra cui anche due bambini e una ragazzina. Un evento che riporta alla luce il problema della violenza negli stadi, anche nelle categorie minori.
Nuovi episodi di violenza nel calcio
Già alla vigilia dell’incontro, venerdì 3 gennaio, si erano registrati episodi preoccupanti.
Alcuni ignoti, tagliando il lucchetto del cancello del campo sportivo di Supersano, avevano danneggiato una delle panchine, gettandola nell'area dei parcheggi. Questo atto vandalico ha anticipato i gravi disordini che avrebbero segnato la giornata successiva.
Sabato, prima dell'inizio della partita, l'arrivo degli ultras dello Spongano, circa un centinaio, ha dato il via ai primi tafferugli. Bombe carta sono state lanciate sia sul campo che sugli spalti, alimentando una tensione crescente tra le tifoserie. Gli scontri si sono intensificati durante l'intervallo, richiedendo l'intervento delle forze dell'ordine, che a fatica hanno contenuto la situazione. Carabinieri e polizia, nonostante gli sforzi, hanno assistito a un crescendo di violenza che ha coinvolto anche donne e bambini.
Diversi tifosi sono stati trasportati in ospedale, mentre le indagini sono tuttora in corso per identificare i responsabili, grazie anche all'ausilio di immagini e video.
La partita si è conclusa, ma con tanta agitazione
Nonostante il clima di tensione, la partita si è conclusa regolarmente, ma l'episodio ha riaperto il dibattito sul fenomeno della violenza legata al calcio, in particolare nei campi di provincia, dove spesso le misure di sicurezza si rivelano insufficienti.
Il calcio, che dovrebbe essere un momento di aggregazione e passione, si trasforma in teatro di scontri e atti di vandalismo che danneggiano lo spirito sportivo e mettono in pericolo l'incolumità di chi vi partecipa.
È evidente che episodi come questi richiedano una riflessione più ampia e profonda sul ruolo della prevenzione e delle misure di sicurezza negli stadi, anche nelle categorie minori. Il rischio, altrimenti, è che la violenza continui a minare la credibilità del calcio dilettantistico, allontanando famiglie e appassionati e lasciando spazio a un clima di tensione.