Vanno avanti febbrilmente le trattative fra Italia ed India per trovare una soluzione al caso dei due Marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, trattenuti nel Paese indiano con l'accusa di aver ucciso, il 15 febbraio del 2012, dei pescatori scambiati erroneamente per pirati. Per sbloccare la situazione, Palazzo Chigi e il primo ministro indiano, Narendra Modi, potrebbero stringere un patto segreto. L'Italia lavora quotidianamente a questo spinoso caso con una stretta collaborazione fra il Governo, con Palazzo Chigi supportato dal ministero della Difesa e da quello degli Esteri, anche se attualmente Federica Mogherini è "lontana" per occuparsi del ruolo di ministro degli Esteri dell'Unione Europea, e poi c'è il Quirinale che ha l'occhio vigile su qualsiasi spiraglio utile per riportare a casa i fucilieri di Marina.
Il problema maggiore da affrontare, in questo momento, riguarda l'udienza della Corte di Suprema di Dehli che comincerà il 12 dicembre: l'Italia non approva che a capo delle indagini ci sia la "National Investigation Agency", una sorta di Fbi indiana e, resasi conto che la strategia diplomatica internazionale non riesce a far nulla, sta tenendo contatti "sotterranei" soprattutto col primo ministro, sperando che questi riesca a superare la situazione di stallo in cui ci si trova in questo momento. Siccome è l'India a gestire la questione, il nostro Paese sta continuando a pressare gli indiani per arrivare ad un accordo, ma non può pretendere nulla per evitare che anche un residuo filo di speranza arrivi a spezzarsi.
Ad oggi, Latorre si trova in Italia per essere curato dopo l'ischemia che lo colpì lo scorso 31 agosto, mentre Girone è ancora bloccato in India. Il governo italiano sta anche vagliando l'ipotesi di uno scambio di prigionieri: la libertà dei due Marò in cambio del rilascio di 18 marinai indiani arrestati su una nave che trasportava della droga. In questo caso, il problema può essere di tipo morale: non sarebbe, infatti, molto onorevole scambiare dei militari che in India stavano facendo il loro lavoro con dei criminali indiani.
Certo, l'Italia non può continuare a subire l'iniziativa indiana e ormai si è notato che se non ci si fa sentire con decisione, dall'India non si smuovono rispetto alle proprie posizioni.
Una notizia positiva, in queste ultime ore, è stata l'assegnazione del fascicolo riguardante il caso dei Marò al consigliere del premier Modi ed ex capo dei servizi segreti, Rajiv Doval. In questo modo, l'Italia potrà avere un punto di riferimento ben delineato col quale portare avanti le trattative che a questo punto potranno andare a buon fine solo con un accordo politico, dato che da un punto di vista giudiziario la situazione appare davvero molto complicata.