Torna a scorrere sangue a Gerusalemme. Una sinagoga è stata assaltata da due terroristi che, armati di pistole, asce e coltelli, si sono avventati sui fedeli facendo una vera e propria strage. Secondo le prime informazioni che giungono da Israele, ci sarebbero almeno quattro morti. Incertezza per quanto riguarda il numero dei feriti: secondo l'autorità sanitaria sarebbero nove, tra i quali almeno cinque in fin di vita, mentre la polizia parla di sei feriti, tra cui ci sarebbero anche due poliziotti.
Gli attentatori avrebbero fatto irruzione nella sinagoga di Har Nof che sorge su Agasi street e, al grido di "Allah è grande", si sarebbero avventati sui fedeli, colpendo senza pietà tutti coloro che gli capitavano sotto tiro. All'arrivo della polizia i due uomini sono stati uccisi. L'esercito ha subito parlato di attentato terroristico, e la conferma è arrivata da Hamas che ha rivendicato l'assalto omicida. Il movimento politico che controlla la Striscia di Gaza ha spiegato che l'irruzione è una rappresaglia per la tensione riguardante la questione della Spianata delle moschee e soprattutto per l'uccisione di un conducente di autobus palestinese che lavorava per un'azienda israeliana, trovato impiccato.
La polizia di Gerusalemme sostiene, invece, che l'autista si sia suicidato.
L'attentato alla sinagoga va ad aggiungersi a momenti di grande tensione fra Israele e Palestina, derivanti dall'appello lanciato da Marwan Barghouti, leader di Tanzim, il quale dal carcere ha esortato i militanti palestinesi ad avviare la III Intifada dopo quelle che ci sono state nel 1987 e nel 2000. Solo nello scorso mese sono morte sei persone, cioè cinque israeliani e un cittadino straniero. Anche tra i palestinesi ci sono stati dei caduti, circa dodici, sei dei quali sono i responsabili di vari attentati e omicidi.
Una situazione che rende ancora più precari i rapporti fra Israele e Palestina che, dalla scorsa estate, sembrano ridotti ormai ai minimi termini.
In estate, infatti, c'è stato prima l'episodio del rapimento e dell'assassinio di tre giovani israeliani, poi lo scoppio della guerra con Israele che ha bombardato ripetutamente Gaza, per un conflitto che ha causato migliaia di vittime.