La polizia israeliana ha ucciso un cittadino palestinese sospettato di essere colui che aveva attentato alla vita del rabbino Yehuda Glick, militante di estrema destra. Nel cuore della notte, i poliziotti avrebbero fatto irruzione nella casa dell'uomo, il quale avrebbe opposto resistenza armata alla cattura, costringendo così gli agenti a sparare e ad ucciderlo. Si tratta di un palestinese legato alla jihad islamica che viveva nei pressi della città vecchia di Gerusalemme.

Al momento non è stato dato alcun comunicato ufficiale su un reale coinvolgimento della vittima nell'attentato a Glick. L'uomo ucciso dalla polizia israeliana risiedeva nello stesso quartiere in cui si trovava Abdel Rahman a - Shaludi, colui che qualche settimana fa ha investito con la sua automobile un gruppo di ebrei, ammazzando una donna e una bambina prima di essere a sua volta ucciso. Non si sa se tra i due vi fossero dei legami dettati dalla comune militanza al jihadismo islamico.

Nel frattempo, c'è fermento a Gerusalemme dove si susseguono proteste e vige allerta per la sicurezza della città. Il ministro della sicurezza interna Yitzhak Aharonovic ha chiesto rinforzi per la polizia della città israeliana. Molte persone, infatti, stanno protestando per la chiusura della Spianata delle Moschee, ma si temono anche atti di violenza da parte di attivisti ebrei di estrema destra per vendicare l'attentato al proprio rabbino Glick, rimasto ferito. Inoltre, ci sono notizie discordanti sulla morte di Hijazi durante l'irruzione notturna da parte degli agenti di polizia. Una parte della stampa, infatti, sostiene che l'uomo non sarebbe morto sul colpo dopo il conflitto a fuoco con la polizia, ma sarebbe rimasto ferito e i poliziotti l'avrebbero lasciato morire a terra, dissanguato, senza prestare alcun tipo di soccorso. Secondo le informazioni riportate dall'agenzia di stampa "Maan", alcuni giovani che volevano aiutare il palestinese per prestargli soccorso, sarebbero stati allontanati dai poliziotti israeliani con dei proiettili di gomma.