Secondo Norman Dombey, professore emerito di fisica teorica all'Università del Sussex, non vi sono dubbi: il polonio-210 con cui fu ucciso Alexander Litvinenko, ex colonnello del KGB, non poteva che provenire dalla Russia. Come riferito da The Guardian e poi ripreso dall'Agenzia ANSA, Dombey ha precisato che il polonio-210 utilizzato potrebbe essere stato prodotto negli impianti Avangard di Sarov, a circa 720 chilometri da Mosca, poco prima che la linea di produzione di armi nucleari fosse chiusa.

"Lo Stato russo, o uno dei suoi agenti, è stato responsabile per l'avvelenamento" ha affermato risolutivamente lo scienziato, coinvolgendo così Vladimir Putin che intanto prepara la popolazione ad un possibile conflitto atomico. Le indagini sulla morte di Litvinenko sono partite da Londra nel novembre del 2006, quando l'ex spia si spense a causa della malattia dovuta all'accertato avvelenamento da polonio-210.

Per il suo omicidio sono attualmente indagati due russi, Andrei Lugovoi e Dmitry Kovtun, che avrebbero usato una teiera contaminata per avvelenarlo. Litvinenko è assurto alle cronache italiane e internazionali anche per aver affermato, in una deposizione, oggi agli atti degli inquirenti, che Romano Prodi fosse un agente del KGB.

Affermazione riportata in seguito anche da Mario Scaramella, il faccendiere ascoltato dalla famosa Commissione Mitrokhin che indagava sulle operazioni russe in territorio italiano, presieduta all'epoca da Paolo Guzzanti.

Pare che Litvinenko, scoperto il male incurabile, confidasse in quelle ore ai propri amici di sospettare che fosse stato proprio Scaramella ad averlo avvelenato durante un incontro nel suo appartamento. La relazione finale della Commissione Mitrokhin illustra molte connessioni tra fatti salienti della vita del nostro Stato e le trame internazionali fin dagli anni '70 e, come in tutte le storie che intrecciano i misteri d'Italia con lo spionaggio internazionale, la verità si confonde con bugie e sospetti senza che si possa poi arrivare mai a conclusioni definitive.

Comunque, dopo circa dieci anni dalla morte di Litvinenko, proseguono le indagini del tribunale londinese che continua ad acquisire documenti e testimonianze, poi pubblicate su internet quando non coperte dal segreto istruttorio. Tutti i personaggi di questa vicenda sembrano avere ruoli determinanti negli scenari internazionali: lo stesso Norman Dombey è lo scienziato che nel 2009 sentì l'esigenza di affermare su The Guardian che a suo giudizio non vi fosse alcuna prova che l'Iran stesse operando per produrre armi nucleari.

Influenzando così autorevolmente anche le trattative e gli accordi per l'eliminazione delle sanzioni verso l'Iran stabiliti poi recentemente in Svizzera. Se vuoi rimanere aggiornato sui miei articoli clicca sul bottone "Segui" vicino al mio nome ad inizio articolo. e se ti fa piacere lascia un tuo commento nello spazio sottostante.