Le percosse avvenute durante il blitz di polizia e carabinieri alla scuola Diaz la notte del 21 luglio 2001 è da considerarsi una tortura a tutti gli effetti. Lo hanno stabilito all'unanimità i giudici della corte di giustizia europea di Strasburgo, che hanno condannato lo stato italiano a risarcire di 35 mila euro più 10 mila di interessi Arnaldo Cestaro, militante di rifondazione comunista pestato all'interno della scuola Diaz-Pascoli dalle forze dell'ordine.

Il blitz alla scuola Diaz-Pascoli

Arnaldo Cestaro, all'epoca dei fatti 62enne, ha visto parzialmente riconosciuta la richiesta di 180 mila euro di danni per le fratture alle braccia, alle costole e alle gambe e per i danni morali. Cestaro, che ha subito svariati interventi per ristabilire la sue condizioni di salute, è diventato negli anni il simbolo delle battaglie legali del G8 di Genova, tanto da diventare uno degli attivisti più in vista del comitato verità e giustizia per Genova. La sua posizione è sempre stata la stessa: gli agenti delle forze dell'ordine lo colpirono barbaramente mentre era con le spalle al muro, e con le mani in alto.

Saranno oltre 60 i feriti, molti dei quali stranieri. Uno dei quali rimarrà per due giorni in coma e riporterà lesioni perenni.

Le molotov e le finte ferite dell'agente

La versione della polizia fu che all'interno della scuola, adibita a ricovero per i no global, c'erano almeno 200 black bloc. La tensione a Genova era alle stelle: solo il giorno prima si erano verificati gli scontri che avevano portato alla morte di Carlo Giuliani. Secondo i verbali della polizia una "nutrita" coltre di sassaiole accolse gli agenti che avevano circondato l'edificio fece seguito all'irruzione. I circa 240 arrestati e fermati, furono motivati dalla "detenzione di armi in luogo chiuso". Ma durante il blitz furono trovati qualche coltellino svizzero, alcuni arnesi da lavoro di un cantiere vicino e due bombe molotov. Che dopo tempo fu accertato che furono portate all'interno della struttura da alcuni agenti. Secondo la ricostruzione dei ris anche la ferita da arma da taglio ai danni di un agente fu auto-inferta.

Amnesty international: grave sospensione dei diritti umani

Le intimidazioni e le percosse proseguirono nella caserma di Bolzaneto, dove furono portati i fermati e gli arrestati.

Amnesty international e il Parlamento europeo hanno giudicato i fatti di genova come la "più grave sospensione dei diritti umani in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale".

L'Italia si munisca di strumenti giuridici adatti

La Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha stabilito che la notte tra il 21 e il 22 luglio del 2001 è stato violato l'articolo 3 della convenzione europea dei diritti umani sul divieto di tortura e di trattamenti disumani o degradanti" sottolineando la necessità c , il diritto italiano "si munisca di strumenti giuridici adatti a sanzionare in modo adeguato di atti di tortura o maltrattamenti". Una sentenza che avvalora quanto stabilito dalla Cassazione nel 2002 che confermò gran parte delle condanne sancite dalla corte di appello di Genova due anni prima, ma non riuscì ad evitare la prescrizione di alcuni reati perchè la tortura non figura nell'ordinamento italiano. Per le violenza della Diaz sono stati arrestati 25 poliziotti e interdette alcune alte cariche delle forze dell'ordine, ma qualcuno è rimasto impunito.