È arrivata l'immediata conferma ufficiale della Farnesina: tra le vittime dell'attentato di ieri sera a Kabul, in Afghanistan, ad una guesthouse, c'è anche un italiano. Il bilancio, per il momento, parla di quattordici vittime tra cui anche un americano e quattro indiani.
I talebani hanno rivendicato l'attacco
L'attentato alla Guest House Park Palace nel quartiere di Shahr-e-Naw a Kabul, in Afghanistan è stato rivendicato dai talebani.
La rivendicazione avveniva attraverso un'email inviata ai media dal portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid. All'interno dell'email era specificato che l'attacco è stato realizzato poiché, il residence, era frequentato da molti stranieri, soprattutto americani. L'attentatore è stato uno solo e non tre come affermato in prima battuta dal governo afgano.
Ecco la dinamica dell'attentato
Al momento dell'attacco, l'incursione e l'assedio degli attentatori è durato molte ore. Lo stesso avveniva mentre gli ospiti dell'hotel si trovavano in giardino attendendo l'esibizione di un noto cantante locale.
Ecco la dichiarazione ufficiale dei talebani:
«Si è trattato di una missione suicida da parte di uno dei nostri migliori combattenti: l'attacco è stato pianificato con grande cura contro una festa cui partecipavano persone illustri, tra le quali anche molti americani».
Il comunicato dei talebani, certamente, non nasconde la loro soddisfazione. I feriti sono stati moltissimi e la foresteria situata nel centro della capitale è stata messa a ferro e fuoco. L'attacco, inoltre, è avvenuto in una zona dove era presente anche un complesso delle Nazioni Unite, numerose ambasciate e molte altre foresterie. I testimoni dell'attentato affermano che gli uomini del commando, quelli uccisi dalla polizia pochi istanti prima che si facessero esplodere, perlustravano ogni singola stanza in cerca degli stranieri. Quando questo atroce assedio, durato oltre sette ore, è terminato, la polizia è riuscita a portare al sicuro le 54 persone prese come ostaggio. La giornata di ieri non verrà dimenticata.