Questo tema è destinato a rimanere nelle cronache italiane ancora per molto, anche perché le assurdità si moltiplicano in modo esponenziale, in tutte le direzioni. Quando in un precedente articolo mettevo in evidenza la differenza enorme che passa fra un profugo di guerra e un clandestino non scherzavo mica. E nemmeno il Presidente del Veneto Zaia scherza quando dice che non possono essere profughi coloro che buttano il cibo a terra perché non piace loro.
Un gesto da veri affamati, vero? Allora, mentre odo il Monsignor trevisano accusare gli italiani di non essere cristiani se non accolgono gli ‘immigrati’ (parola generica odiosa), mi faccio una domanda: ma saranno davvero tutti profughi? Oppure fra costoro potrebbe esserci un nutrito esercito di pedine clandestine, magari finanziate da qualche ‘governo canaglia’, come spesso li chiamano i governi invasori? Se ho fame mangio, non butto il cibo!
Le molteplici assurdità
Ma, dicevamo, le assurdità di moltiplicano. E ad Este, elegante cittadina padovana a ridosso del Parco dei Colli Euganei, i ‘profughi’, in cambio di piccole collaborazioni domestiche risiedono in una sontuosa villa salesiana, dove hanno 3 pasti al giorno a base di risotti, verdure miste, chele di granchio, oltre a corsi rapidi per comprendere l’ italiano.
E stanno protestando lo stesso! Nello stesso tempo piovono accuse sul Clero e le sue Diocesi, che assieme alla Caritas vorrebbe approfittare degli immigrati per le solite gestioni dei fondi a disposizione (vedi notizia sul Gazzettino di Treviso). Eppure ricordo che nemmeno sugli aerei ci sono pasti così ampiamente differenziati.
Eraclea, altri misteri
Approfittare? A quanto pare la cooperativa di Carpi (MO) Solaris, di Artemio Serafini, fa le cose per bene. Almeno sembra. Nella gestione dei centri d’accoglienza di Eraclea Mare, in Veneto (chissà perché), distribuisce ben 2,50€ su 35€ agli aventi diritto come dispone la Prefettura, utilizzando il resto per i servizi di mensa, assistenza sanitaria, assistenza psicologica, vestiario e corsi di italiano, come si legge sul Gazzettino di Venezia-Mestre.
E’ vero che Artemio ha pure rischiato di essere condannato per non aver regolarizzato un immigrato nella sua cooperativa, poi prosciolto perché quest’ ultimo era stato denunciato a sua volta per ricettazione (vedi su Stranieriitalia.it, sentenza n°2776 del 4 maggio 2009). Ma è altrettanto vero che, sbirciando un po’, si può trovare la pagina ufficiale del Residence “le Mimose” di Eraclea, sede delle mense, una struttura ultramoderna, illustrata su Facebook con il fotovoltaico per far funzionare delle vasche idromassaggio, wi-fi gratuito, e così via. Cosa che su Google Street View appare ancora diversa. La questione è così controversa che ho tentato un contatto con i recapiti pubblicati su Facebook, ricevendo un secco “Non posso dire nulla, venga a vedere di persona se vuole!”.
In tutta l’area un bel divieto di transito eccetto frontisti, vale a dire coloro che abitano all’interno di quell’area. Eppure la gestione dei profughi non dovrebbe essere così segreta ed esclusiva. Si vede che hanno i loro motivi.