A rivolgersi a lui è stata Martina Levato, è vero, ma Don Mazzi si era già espresso cinque giorni fa, in occasione della nascita del piccolo, per condannare la decisione del giudice che, secondo lui, se ne sarebbe "lavato le mani", applicando le normali procedure. Il prete aveva affidato le sue riflessioni alle colonne virtuali di Famiglia Cristiana, su cui tiene una rubrica.
Ora ha fatto un ulteriore passo, dicendosi disponibile a mettere a disposizione una delle sue strutture per permettere alla madre di continuare vedere il figlio.
Gli avvocati della Levato, però, non hanno ancora indicato la struttura suggerita per la futura vita di Martina e del neonato. Stefano De Cesare e Laura Cossar dovrebbero comunicare il nome alla Procura e al Tribunale dei minori entro oggi. L'opinione pubblica, scrive, Don Mazzi, è certamente contraria al pensiero di affidare un neonato a una madre che "ha compiuto cose terribili". "Non credo nella cattiveria", scrive il prete, aggiungendo di essere in completo disaccordo col giudice, secondo cui Martina sarebbe irreversibilmente incapace di fare il genitore. "Io dico il contrario", conclude Don Mazzi. Martina, condannata a 14 anni per aver sfigurato un coetaneo, potrà scontare i suoi sbagli soltanto grazie alla cura, alla pazienza e all'amore.