Uniti contro il terrorismo, sotto un unico cielo, quello di Saint-Etienne-du-Rouvray, e sotto un unico tetto, che domani potrebbe diventare quello delle chiese della città, dove l'imam ha invitato i suoi fedeli a recarsi in segno di "solidarietà e compassione". Così la comunità musulmana si stringe intorno a quella cattolica e in generale intorno ai cittadinidi questa piccola città della Normandia e del mondo intero. Un abbraccio morale che ricorda quello vero realizzato dalla comunità di Oslo intorno alla cattedrale della capitale norvegese.
Non solo Rouen e Nizza.
Domani prenderanno parte all'iniziativa anche le comunità della capitale francese, Parigi, e di almeno altre otto città da Marsiglia a Lille, dal sud al nord della Francia. All'iniziativa potrebbero unirsi anche le comunità musulmane d'Italia col plauso della comunità cattolica, sintetizzato daldon Ivan Maffeis, portavoce della conferenza episcopale italiana. Alzare le barriere, i muri, ha ricordato Maffeis, "non può essere questo il futuro". Per il portavoce della Cei, infatti, le tranquille attività quotidiane, come prendere un gelato sul lungomare di Nizza, non possono diventare improvvisamente impossibili.
L'iniziativa approda in Italia
I rappresentati della Coreis - Comunità religiosa islamica - facendo propria la posizione dell'Istituto di alti studi islamici francese (Ihei), domani si recheranno nelle chiese di almeno 15 città italiane a partire da quelle della Capitale, Roma.
L'iniziativa toccherà città maggiori come Milano o Palermo, ma anche città di confine, come Ventimiglia, e luoghi in cui il razzismo ha fatto già una vittima, come a Fermo. Un viaggio da nord a sud con un solo intento: fornire solidarietà e vicinanza ai parroci e ai vescovi delle città.
Queste le parole della Coreis:"Ci sembra fondamentale in questo momento drammatico dare con questo saluto dei musulmani d'Italia un segno concreto di profondo rispetto della sacralità dei riti, dei ministri e dei luoghi di culto del Cristianesimo dove i fedeli e i cittadini ricevono le benedizioni della comunione spirituale".
Non resta che aspettare domani per capire chi effettivamente si recherà in chiesa. Secondo Martina Corradi, che ha affidato il suo pensiero alle pagine del quotidiano cattolico Avvenire, sarebbe davvero un gran risultato"se anche solo uno su dieci dei cinque milioni di islamici che vivono in Franciasi recasse in una chiesa, nell'ora della Messa", per dire no a quanto successo nella chiesa di Saint-Etienne-du-Rouvray.
Il proseguimento delle indagini
Continuano le indagini ma anche le incriminazioni dopo il terribile delitto che ha fatto ripiombarenel terrore unaFrancia già messa in ginocchio dal terribile attentato di Nizza. Tre infatti sono le persone che restano in carcere perché legate, in un modo o nell'altro, ai due killer di Saint-Etienne-du-Rouvray. Tra questi anche un minorenne il cui fratello sarebbe riuscito a partire e raggiungere la Siria grazie ai documenti di Adel Kermiche.
Il secondo uomo, invece - un francese di 30 anni -, sarebbe un parente di Abdel Malik Petitjean, il secondo terrorista a essere identificato. Il terzo, invece, sarebbe un giovane richiedente asilo siriano a cui oggi si è aggiunto un 19enne, fermato poiché sul suo pc sarebbe stato ritrovato un video di Abdel Malik Petitjean - o di qualcuno che gli assomiglia molto - mentre presta fedeltà all'Isis.