Non si arrestano le violenze in Israele. Questa mattina, nella capitale, sono state ferite più di 20 persone e ne sono morte 3 nelle aggressioni avvenute su un autobus e alla fermata di un altro. Simultaneamente, vi sono stati diversi feriti a Ra’anana, a nord di Tel Aviv. Proprio oggi sono state indette proteste dei gruppi palestinesi a Gaza, in Cisgiordania (West Bank) e a Gerusalemme Est ed i leader della comunità arabo-israeliana hanno indetto un megasciopero in solidarietà con la Cisgiordania e per i fatti avvenuti sulla Spianata della Moschea di al Aqsa.
In queste due settimane sono morti 8 israeliani e 28 palestinesi, compresi 8 bambini e 10 attentatori.
I due attacchi a Gerusalemme
Due cittadini arabi hanno accoltellato e ferito con armi da fuoco i passeggeri di un autobus di linea nel quartiere di Armon Hanatziv, mentre in Malkei Israel Street, sempre nella capitale israeliana, un uomo ha investito con l’auto le persone che attendevano un altro autobus e accoltellato altri passanti. I feriti in questo caso sono stati cinque.
A nord di Tel Aviv, invece, un 22enne arabo-israeliano di Gerusalemme Est ha colpito con un’arma bianca, probabilmente un coltello, due persone che stavano aspettando l’autobus.
Altri civili sono riusciti a bloccarlo. Anche l'attentatore sarebbe ferito gravemente.
Il bilancio complessivo dei feriti dall’inizio del mese
Alla Knesset, il Parlamento israeliano, il capo della polizia Benzi Sao ha riferito del ferimento durante gli scontri di 68 militari, colpiti con pietre e bottiglie molotov. Trecento gli arrestati tra palestinesi ed arabi-israeliani, oltre la metà dei quali sono minorenni. Il ministero della Sanità palestinese ha parlato di 1300 feriti palestinesi dall’inizio del mese, colpiti da pallottole vere o di gomma. Settantacinque nella sola giornata di ieri in Cisgiordania. Invece dallo scorso 3 ottobre si è arrivati a 21 accoltellamenti di cittadini ebrei.
Tensione altissima anche a livello politico
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito la volontà dei palestinesi di distruggere Israele e che il terrorismo dipende da questo, non dalla “disperazione palestinese”. Ha anche ripetuto che non c’è nessun intento dello Stato ebraico a cambiare la situazione per quanto riguarda la Spianata delle Moschee e che Israele non ha nessuna intenzione anti-islamica. Tuttavia, Netanyahu ha confermato di voler rendere illegale, dopo aver ottenuto l’autorizzazione del procuratore generale, il Movimento Islamico attivo insieme a Hamas nel nord del Paese. Ha anche chiesto nuovamente al presidente palestinese Abu Mazen di condannare e combattere l’istigazione e il terrorismo contro Israele.