Nella giornata odierna è stato posto sotto arresto dai Carabinieri di Vibo Valentia un uomo con l'accusa di aver eseguito violenza sessuale su più bambini. L'arresto arriva al termine di un'indagine che ha condotto all'arresto di un 78enne. Alcune delle vittime del presunto aggressore avrebbero avuto anche meno di 14 anni. Le indagini hanno così portato alla luce una triste vicenda che andava avanti da un bel po' di tempo e che ha portato tanta sofferenza nei bambini coinvolti.
Vediamo la prima ricostruzione delle forze dell'ordine.
Le indagini delle forze dell'ordine
Nella mattinata del 18 dicembre a Vibo Valentia gli uomini della compagnia locale dei Carabinieri, su ordinanza del giudice Gabriella Lupoli, hanno portato a termine l'operazione di arresto di un uomo 78enne residente nella cittadina calabrese. L'arresto della mattina del 18 dicembre 2015 è arrivato a coronamento di un'indagine che andava avanti da alcuni mesi ed era condotta dalle forze dell'ordine della stazione di Pizzo e coordinata dal Pubblico Ministero Barbara Buonanno. Le indagini sono partite alcune settimane fa e sono state svolte con l'ausilio di appostamenti, di raccolta di informazioni e testimonianze e con l'utilizzo di alcuni filmati.
Grazie a tutti questi elementi sono state ricostruite differenti vicende secondo le quali l'uomo avrebbe ripetutamente abusato di ragazzi minorenni. I reati incriminati sarebbero stati commessi nell'arco temporale che va dallo scorso agosto a novembre 2015.
Come adescava le sue vittime
L'uomo che avrebbe quindi costretto giovani, anche di età inferiore ai 14 anni, a subire violenze di tipo sessuale sembra avere a suo carico anche precedenti importanti. Secondo i Carabinieri, i bambini di cui l'uomo avrebbe abusato durante il periodo incriminato, che va da agosto a novembre, sono stati almeno nove. Il 78enne, Antonio Columbro, avvicinava le sue giovani vittime e le adescava offrendo loro dei regali e riuscendo così ad instaurare un rapporto di fiducia.
Dopo i primi approcci veniva effettuato lo scambio dei numeri di telefono e partivano i contatti via social, in particolare su Facebook, avviando delle chat dal contenuto molto spinto in cui l'uomo chiedeva ai ragazzi anche di inviare delle foto delle proprie parti intime.