Francesco Nuti, attore, sceneggiatore, produttore cinematografico, regista. Tristemente famoso anche per la sua depressione che, nel 2006, gli è probabilmente costata quasi la vita. Pare che, infatti, ubriaco, abbia avuto un incidente domestico, cadendo dalle scale di casa sua, finendo poi ricoverato per un brutto ematoma alla testa. Operato d'urgenza e rimasto in coma per alcuni mesi, le sue condizioni di vita da allora cambieranno per sempre.
Nel 2007 la notizia che potrebbe riprendere a camminare, nel 2008 il suo ritorno a casa, finalmente, una volta concordata e cominciata la riabilitazione. Di certo le cose per Nuti non sono state facili, non ha mai ripreso la parola e nel 2014 ha subito anche un nuovo trauma cranico a causa di una caduta dalla sedia a rotelle, ma pare che l'ultimo anno, a causa del suo badante, sia stato addirittura infernale.
Il biglietto d'aiuto: "Ho paura".
Il badante di Nuti era un georgiano. Avendo prenotato una vacanza è stato affiancato per un certo periodo di tempo da un nuovo badante, un ragazzo africano, che avrebbe dovuto prendere il suo posto durante la sua assenza e quindi essere istruito sul da farsi. Il nuovo incaricato, però, si è reso conto dei maltrattamenti fisici e psicologici che riceveva il suo futuro assistito e non ha esitato a riportarli alla nipote di Nuti, che a sua volta, ha informato il padre, fratello dell'attore, che ha denunciato il fatto.
Il caso ora è in mano alla procura di Prato. Il sostituto procuratore Antonio Sangermano ha avuto un primo colloquio con Francesco Nuti che, per comunicare, gli ha scritto un biglietto piuttosto inquietante e triste: "Ho paura". I maltrattamenti sarebbero cominciati un anno fa, quando la madre dell'assistito, disabile da molti anni, ha smesso di abitare con lui.
Da quel momento il badante georgiano avrebbe avuto campo libero. Le indagini sono aperte e l'interrogatorio avverrà tra dieci giorni. La vicenda fa scalpore perchè riguarda un personaggio noto, ma fa luce anche su tutt'una serie di maltrattamenti che avvengono nelle case e negli istituti che ospitano disabili, che troppo spesso non vengono controllati o difesi.