Papa Francesco, rompendo un silenzio che durava da 5 anni, ha accolto in Vaticano nella giornata di lunedì 23 maggio una delegazione presieduta dall’Imam Al-Azhar Ahmed al Tayeeb, il massimo esponente religioso sunnita che aveva interrotto ogni rapporto con la Santa Sede all’inizio del 2011, dopo un intervento ritenuto irriverente da parte dell’allora Pontefice Ratzinger.
L'intervento di Papa Ratzinger del 2006
Papa Ratzinger infatti, durante la lectio magistralis a Ratisbona del 2006, si era espresso circa la jihad riportando le parole dell’imperatore bizantino Manuele II Paleologo: “mostramo pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava”.
Un intervento, quello di Ratzinger, che venne ritenuto irrispettoso dalla comunità sunnita che decise in seguito di richiamare il proprio ambasciatore dal Vaticano e di sospendere qualsiasi rapporto di collaborazione con la Santa Sede.
Uno strappo durato 5 anni e ricucito da Papa Francesco con un abbraccio cordiale e messaggi di amicizia, di dialogo e di mutua collaborazione nella lotta contro il terrorismo, uno degli argomenti discussi in occasione dell’incontro durato 25 minuti nel quale era accompagnato dal Cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Lo storico gesto va a ripercorrere il precedente, di uguale natura, tra Papa Giovanni Paolo II e l’Imam Mohammed Sayyed Tantawi che segnò un duraturo rapporto di reciproca comprensione tra i due massimi esponenti religiosi.
Al-Azhar Ahmed al Tayeeb, professore di filosofia e teologia e con un passato di Preside di diverse facoltà universitarie, è succeduto a Mohammed Sayyed Tantawi nel 2010 nel prestigioso incarico di Imam della moschea del Cairo, nominato direttamente dall’allora Presidente Mubarak. Attraverso il suo account di Twitter @Pontifex-it, il Santo Padre ha comunicato che “in un mondo diviso, comunicare con misericordia significa contribuire alla prossimità tra i figli di Dio”.