E' finita agli arresti domiciliari una maestra 58enne di Avellino, accusata di aver maltrattato, con violenze fisiche e psicologiche, i bambini che le venivano affidati in custodia, di età compresa tra i 3 ed i 5 anni, che frequentavano il secondo anno della Scuola materna dove la stessa prestava servizio. La misura cautelare è stata adottata in seguito alle indagini condotte dalla Squadra mobile di Avellino, partite nel 2015.

Le intercettazioni ambientali avrebbero confermato i timori dei genitori, ovvero che i bambini fossero vittime di violenze.

"La stanza buia del telefono"

I bambini sarebbero stati terrorizzati con urla e minacce, con frasi del tipo "se non stai zitto di faccio diventare il culetto rosso, ti ammazzo, non voglio sentirti parlare", ecc. I bambini più vivaci sembra venissero rinchiusi in una stanza buia, soprannominata dalla maestra la "stanza del telefono". A nulla servivano le urla e i pianti dei piccoli, nessuno pare essere intervenuto. Inoltre la maestra usava giocare con i piccoli alzando in alto la mano, chiedendo ai bambini quanti ne volessero, i bambini dicevano un numero e lei dava tanti schiaffi quanti indicati dal bambino.

Non mancavano strattoni e tira di capelli.

Le denunce dei genitori

L'indagine è partita dalle denunce di alcuni genitori, alle quali poi si sono susseguite altre, che notavano degli ematomi vicino al collo e alle braccia dei propri figli. Inoltre i bambini spesso facevano i capricci chiedendo di non andare a scuola e alla domanda dei genitori del perché non volessero andare rispondevano che non potevano parlare. Diversi referti medici hanno riscontrato, accertato disagi psicofisici, quali incubi notturni, cambi di umore, paure.

Tanti e troppi casi di violenze e di omertà

Sono circa 70 i casi in Italia di presunti maltrattamenti in asili nido e scuole materne raccontati dalle cronache negli ultimi anni, scoperti grazie alle intercettazioni video e verbali della Polizia e grazie a genitori attenti a comportamenti anomali dei propri figli. Storie di violenze su bambini anche di pochi mesi. Ma a denunciare questi fatti sono solo i genitori; all'interno delle scuole sembra che nessuno veda o si accorga di ciò che succede.