A Savona una giovane del posto ha segnalato al commissariato di Polizia online della Polizia Postale la ricezione di un messaggio su Whatsapp da parte di un contatto che risulterebbe, secondo le indagini, essere associato ad una scheda di origine marocchina. Dopo le varie analisi, due persone sono state arrestate mentre un terzo è sottoposto ad indagini. Tutti hanno origine marocchina e già risultano segnalati alle Forze dell'ordine per precedenti penali.
La denuncia della ragazza savonese
L'inchiesta della procura distrettuale Antiterrorismo di Genova ha origine dalla segnalazione di una ragazza savonese al commissariato di Polizia online della Polizia Postale. La giovane racconta di aver ricevuto un messaggio su Whatsapp proveniente da un contatto che non risulterebbe presente nella sua rubrica. Ad insospettirla maggiormente la presenza dell'immagine profilo Whatsapp molto strana. Infatti, da quest'ultima è possibile intravedere una giovane ragazza con in mano un mitra e in posizione di tiro. A tal punto, la Polizia Postale di Imperia ha ricostruito, con l'aiuto dell'adolescente che qualche mese prima, attraversando una struttura assegnata ai profughi africani, aveva prestato il proprio cellulare ad uno dei marocchini presenti.
Egli si era giustificato dicendo di aver bisogno di contattare dei parenti del Paese natale.
I clamorosi risultati dell'indagine
Procedendo con le indagini della Polizia ligure si è ricostruita una fitta catena di contatti. Da essa è emerso il sospetto che i tre indagati facessero parte dello Stato Islamico. Successivamente, grazie a varie attività investigative, come intercettazioni telefoniche internazionali e il continuo monitoraggio delle navigazioni in rete degli uomini, è stato possibile risaltare come i tre creassero profili Facebook avvalendosi di numeri cellulare appartenenti a terzi. Tale attività ha portato all'oscuramento da parte delle Forze dell'ordine di circa 6.635 siti.
La perquisizione delle abitazioni
Nel corso dell'attività investigativa, la Polpost ligure ha, inoltre, perquisito le abitazioni degli uomini di origine marocchina. All'interno di esse è stato possibile rinvenire e, quindi, sequestrare telefoni cellulari. Quest'ultimi saranno sottoposti ad analisi tecniche avanzate. Oltre a tali oggetti, gli investigatori hanno trovato cocaina e circa 5mila euro in contanti. E' stato, inoltre, possibile recuperare vari documenti d'identità italiani. Essi non risultano essere stati rubati ma verranno comunque sottoposti a successivi approfondimenti. Bisognerà verificare se questi sarebbero serviti ad eventuali attività di spaccio o ad altri impieghi.