Nelle discussioni sul tema ‘lavoro’ in Italia, si è sempre detto che il turismo (soprattutto) e l’agricoltura dovrebbero essere i due settori trainanti per la crescita economica della parte meridionale del nostro Paese. E almeno per quanto riguarda l’anno scorso è stato effettivamente così. Nel 2015, infatti, c’è stata una moderata ripresa a livello occupazionale nel nostro paese: +91.000 unità al Nord e +94.000 al Sud. Nel Mezzogiorno, l’aumento occupazionale è in gran parte dovuto ad agricoltura e turismo. Lo ha fatto sapere il Rapporto Svimez 2016.

La situazione migliora, ma si può fare di meglio

Il lavoro nel campo dell’agricoltura è aumentato del 5,5%; quello del turismo fa ancora meglio e registra un +8,6% rispetto all’anno precedente. Gli occupati in generale nel Mezzogiorno sono aumentati dell’1,6%, una percentuale più alta della media del Nord dello 0,6%. Ciononostante, il Mezzogiorno non è ancora ai livelli pre-crisi: mancano all’appello circa mezzo milione di occupati (482mila per l’esattezza) rispetto ai dati del 2008. Un altro dato non proprio confortante sul mercato meridionale è il calo del lavoro manifatturiero ‘in senso stretto’: -1,6%. Secondo il rapporto dello Svimez, stiamo assistendo a un ‘downgrading’ dell’occupazione, ovvero un aumento di impieghi a bassa qualificazionea discapito di una diminuzione di lavori più ‘altamente qualificati’.

Bene Basilicata e Molise; male Campania, Puglia e Sardegna

La Basilicata è la regione dove la crescita è stata più accentuata (+5,5%), grazie all’automotive. Bene anche il Molise (2,9%) e l’Abruzzo (+2,5%). Sicilia e Calabria si difendono con aumenti modesti soprattutto grazie all’agricoltura (+1,5 e +1,1% rispettivamente).

Non va così bene (solo +0,2%) alle rimanenti regioni meridionali: Campania, Puglia e Sardegna; tutte alle prese con crisi industriali (basti citare il caso Ilva per la Puglia). Ma il rapporto mette in luce anche alcune situazioni positive: per lo Svimez al Sud ci sono numerose imprese ‘giovani’ e ‘dinamiche’ di successo, da poco entrate nel mercato, che riescono ad avere successo anche a livello internazionale e che portano capitali stranieri nel nostro paese.

Il rapporto si chiude evidenziando come l’anno 2015 sia stato ‘eccezionale’ per il Mezzogiorno, dato che ha interrotto sette anni consecutivi di cali e ha consegnato alle statistiche una crescita maggiore rispetto al Nord.

Ma c’è anche un’anticipazione che fa sorgere dubbi per gli anni a venire: l’associazione fa sapere che: “Le condizioni che hanno portato a questi risultati saranno difficilmente ripetibili negli anni a venire”. Vale a dire: tra il 2015 e il 2016 le imprese, grazie al Jobs Act, hanno ricevuto sostanziosi incentivi per assumere nuovo personale (la maggior parte a tempo determinato). Se queste condizioni non si verificheranno anche negli anni a venire, difficilmente si registreranno dati simili a quelli dell’anno scorso.