Destino tragico per Alessandra Covezzi, una 24enne uccisa da una meningite fulminante lo scorso 26 luglio 2016. La giovane, che frequentava la 'Statale' di Milano, aveva avvertito un forte mal di testa la mattina del 26 luglio e, per questo, aveva avvertito i genitori. Questi si sono subito precipitati a Milano ma, una volta arrivati, la figlia era già in ospedale. 

Profilassi per una sessantina di persone

I medici dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano non sono stati in grado di salvare Alessandra, stroncata da una sepsi fulminante dovuta da una meningite da meningococco C.

I medici hanno riferito che la studentessa era arrivata nel nosocomio in pessime condizioni. E' scattata subito la profilassi per una sessantina di persone, ovvero tutti coloro che avevano avuto contatti con Alessandra Covezzi, come compagni di università, amici, parenti e il personale dell'ambulanza che l'ha trasportata al Fatebenefratelli. La profilassi consiste in una terapia di 3 giorni a base di antibiotici. Giorgio Ciconali, direttore del servizio d'igiene e sanità pubblica dell'agenzia milanese di tutela della salute, ha riferito che la 24enne non aveva frequentato locali affollati nei giorni precedenti, quindi è stato molto più semplice contattare i soggetti da sottoporre a profilassi. 

Un'altra vittima della meningite in Italia: Alessandra Covezzi era una ragazza solare e studiosa.

Non avrebbe mai immaginato di morire per un batterio. La 24enne è stata stroncata da un male che, secondo l'infettivologo Gian Vincenzo Zuccotti, "non è dei più frequenti". 

Vaccinarsi contro la meningite

Ogni anno, in Italia, si registrano circa 200 casi di infezioni da meningococco; per questo è necessaria l'immunizzazione, soprattutto dei bimbi, che rappresentano oltre il 50% delle 'prede' della meningite. La Covezzi è stata stroncata dalla meningite batterica, una forma decisamente più pericolosa di quella virale perché difficilmente lascia scampo: si muore generalmente dopo poche ore dall'avvertimento dei sintomi. Chi non muore, solitamente riporta gravi lesioni neurologiche. 

Difficile intervenire e salvare una persona colpita da meningite batterica. L'unica arma, dunque, è l'immunizzazione.