Silvio Lai ( Pd), presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul disastro del Moby Prince (140 morti nel traghetto in fiamme, la notte del 10 Aprile 1991 nel porto di Livorno) ha rivolto un appello ai livornesi, durante la festa dell’Unità. “Il mio è un vero e proprio appello – dichiara Lai all’agenzia Ansa– alla città di Livorno e a tutti i suoi cittadini. Chiediamo se ci sono persone che in quella sera siano state testimoni di qualsiasi evento legato al traghetto Moby Prince. Se per qualche motivo non hanno potuto parlare – prosegue - lo facciano ora che hanno la possibilità di farlo in una Commissione d’inchiesta parlamentare.
In forma palese oppure anonima. L’importante è farlo”. Il traghetto avrebbe dovuto raggiungere il porto di Olbia, in Sardegna.
Verità nascoste
“Fino ad oggi - denuncia il senatore Lai - sono venute a galla verità che non si conoscevano. Volete un esempio? Alla Commissione parlamentare d’inchiesta non risulta che nel porto di Livorno quella sera ci fosse la nebbia. Lo hanno confermato diverse testimonianze di persone sentite in audizione al Senato. Il lavoro dell’equipaggio del Moby – aggiunge – quella sera è stato a dir poco eroico. In attesa dei soccorsi gli operatoridella squadra antincendio del traghetto sono riusciti a raggruppare ben 135 uomini su 140 nello medesimo punto dell’imbarcazione.
Lo dimostrano i cadaveri ritrovati nel salone De Luxe”. Il punto di raccolta della nave per le emergenze.
Sentenze su sentenze
Una smentita alla verità processuale sulla presenza della nebbia, emersa nei vari gradi di giudizio, dove tutti gli imputati sono stati assolti, tranne Valentino Rolla, il terzo ufficiale della petroliera Agip Abruzzo (speronata dal traghetto della Navarma) ritenuto responsabile di omicidio colposo plurimo, ma prosciolto grazie alla prescrizione.
La presenza della nebbia era stata ritenuta dai giudici determinante come causa della collisione, anche nell’inchiesta bis aperta su istanza dei fratelli cagliaritani Angelo e Luchino Chessa, figli del comandante morto nell’incendio, fondatori dell’Associazione “10 Aprile”, in rappresentanza dei familiari delle vittime, tra le quali 25 sardi.
Una strana esplosione?
Un altro fatto inedito emerso durante le audizioni della Commissione parlamentare d’inchiesta, riguarda la mobilitazione della squadra antincendio del traghetto, che sarebbe intervenuta prima della collisione, per un’esplosione nei locali delle eliche di prua, dove il perito della Criminalpol Alessandro Massari ha trovato tracce di Semtex H, l’esplosivo delle stragi.
Che quella notte sul traghetto ci fosse stata un’esplosione è stato confermato dall’ex-ministro degli Interni Vincenzo Scotti, il quale in Commissione ha consegnato un rapporto riservato (assolutamente inedito) dell’allora capo della Polizia Vincenzo Parisi, che indicava come gli inquirenti pensassero ad un attentato.
Il rapporto riservato precisava che la bomba sarebbe esplosa prima che il Moby Prince speronasse la petroliera. Un’altra verità che apre scenari inquietanti a distanza di 25 anni dalla tragedia e sulla quale la Commissione parlamentare guidata dal senatore Silvio Lai vuol fare finalmente luce. Anche con la collaborazione dei cittadini di Livorno.