Fabrizio Corona e Francesca Persi, titolare di Atena, agenzia che si occupa di eventi e promozioni, sono stati arrestati con l'accusa di intestazione fittizia di beni in relazione ai quasi due milioni di euro sequestrati nei giorni scorsi. L'ex re dei paparazzi ha l'aggravante di aver commesso il fatto durante l'affidamento in prova ai servizi sociali (sospesi in mattinata il magistrato di Sorveglianza Giovanna Di Rosa), e quindi potrebbe addirittura tornare in carcere per scontare i restanti 6 anni di detenzione.
Cosa è successo nei giorni scorsi?
Nei giorni scorsi il Tribunale di Milano ha sequestrato a Fabrizio Corona 1,7 milioni di euro, divisi in quindici "panetti", e nascosti nel contro soffitto di un immobile di Francesca Persi. Da quanto sembra, i contanti deriverebbero dalle numerose serate in discoteche e locali notturni a cui l'agente e fotografo dei VIP ha partecipato durante l'ultimo anno. Corona non avrebbe pagato l'Iva sui compensi ricevuti e sulle prestazioni effettuate. Il sequestro preventivo non ha comportato la revoca della libertà. Il provvedimento di sequestro verrà discusso in un'udienza il 24 gennaio.
L'avvocato di Corona, Ivano Chiesa, aveva chiarito la "volontà" del suo assistito di sottoporre a tassazione quelle somme, ed il sequestro quindi, non era altro che atto "formale" in attesa della regolarizzazione della sua posizione.
Custodia cautelare e sospensione dell'affidamento
Corona era stato scarcerato il 18 giugno 2015 dopo 2 anni e mezzo di detenzione; dopo un periodo trascorso presso la comunità di don Antonio Mazzi, era tornato a Milano perché aveva ottenuto l’affidamento in prova "sul territorio". Avendo commesso il fatto durante il periodo di affidamento, il giudice di sorveglianza Giovanna Di Rosa ha sospeso il provvedimento. Stamattina, proprio mentre Corona si apprestava a costituirsi per questo motivo, gli è stata notificata l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip, ed è stato rinchiuso nel carcere di San Vittore.
Secondo il gip Guidi, Fabrizio Corona avrebbe un conto in Austria (ed è questo uno degli elementi su cui si fondano le esigenze cautelari) sul quale la Persi, avrebbe depositato una cifra che va dal milione al milione e mezzo di euro.