Svolta nelle indagini sull’omicidio accaduto ieri, domenica, in via Pertusola, nel quartiere cagliaritano di Is Mirrionis. In una conferenza stampa tenuta questa mattina da Polizia e Carabinieri è stato delineato un quadro preciso di ciò che è accaduto a Cagliari. Alessandro Picci, il 47enne ucciso, infatti, sarebbe stato sparato per errore. Non sarebbe dovuto essere lui il destinatario della spedizione punitiva, partita dopo i messaggi intimidatori pubblicati su Facebook e rivolti a Martin Aru, il giovane accusato di essere l’esecutore materiale del delitto.
Poche ore fa, tra l’altro, è stato arrestato anche il padre del presunto assassino, Massimiliano, 48 anni, accusato di concorso nel delitto insieme al figlio. I due ora si trovano rinchiusi in una cella del carcere di Uta, in attesa di essere sentiti dal magistrato che si occuperà del caso.
Ritorsioni e denunce
Sempre oggi, lunedì, per una situazione legata alla vicenda sono stati denunciati anche tre familiari di Picci (la vittima), un 70enne, un40enne e un 46 enne, che si sono presentati sotto l’abitazione del presunto assassino armati di mazze in ferro, catene e altri oggetti e, non trovando gli interessati, hanno sfogato la loro rabbia contro l’auto del giovane che è stata completamente distrutta.
Soltanto l’arrivo di una Volante della Polizia ha riportato la situazione alla normalità.
Ucciso per errore
La ricostruzione effettuata da Polizia e Carabinieri dopo le indagini racconta in maniera precisa ciò che sarebbe accaduto quella maledetta domenica. Secondo la ricostruzione effettuata dagli inquirenti, all’origine dell’omicidio ci sarebbe un banale litigio scoppiato dopo un commento, abbastanza pesante, effettuato sul profilo di Facebook del presunto assassino da un suo amico.
Questa sarebbe stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha spinto Aru ad uscire di casa ed ad andare a risolvere di persona l’affronto. Arrivato in via Pertusola sarebbero volati colpi e parole grosse e il 24enne avrebbe avuto la peggio. Tornato a casa Aru avrebbe preso la pistola, e in compagnia del padre Massimiliano che era armato di frusta, avrebbe fatto ritorno nell’abitazione dell’amico per regolare i conti.
Qui avrebbe trovato il fratello che, per evitare la furia di Aru, avrebbe utilizzato Alessandro Picci quasi come scudo. Il giovane passava li per caso.
A questo punto l’assassino avrebbesparato e avrebbe colpito per sbaglio la vittima. Poi si è dato alla fuga, facendo perdere le sue tracce per ore prima di consegnarsi alle Forze dell’Ordine.