Indra Kumar Jha è un ragazzo indiano di 26 anni che ha trasformato la sua passione per la fotografia in lavoro. Lo fanno in molti. Pochi scelgono i clienti che ha scelto Indra: “immortala” i morti nel rito funebre induista prima della cremazione. Si potrebbe pensare che il ragazzo ha pensato alla pagnotta più che all’arte ma non è così. È riuscito a fare entrambe le cose. Le sue foto contribuiscono a diversi progetti sulla millenaria cultura funeraria di Varanasi.
Tra questi Sleeping Beauty (La bellezza addormentata).
Varanasi è la città sacra degli induisti. Sulle rive del Gange si svolgono le cerimonie che sono il pane quotidiano di Indra. Vive con la famiglia, in quartiere centrale della stessa città e lavora da circa un decennio con il padre in un negozio di fotografia situato nei pressi del tempio della dea Kali. Ufficialmente, lo studio fornisce ogni tipo di servizio o prodotto fotografico tranne quello più redditizio, le foto dei morti perché in India è proibita. Anche se, nel video, che documenta l’attività funeraria della città sacra, sembra che si fotografi più che al Colosseo.
Un certificato di morte
I clienti non mancano, su quella riva del Gange si cremano almeno 300 salme al giorno delle migliaia che ne arrivano da ogni parte dell’India. Le foto di quei cadaveri non sono solo un ricordo in memoria futura, dei parenti ma una certificazione di Morte valida per gli eredi del de cuius, sia sotto il profilo finanziario che testamentale.
Il lavoro di Indra si svolge sul campo. È lui che si presenta ai parenti del defunto per mettere a disposizione i propri servigi. I prezzi, in euro, sono 1-2 a foto per un totale di 25-35 al giorno.
La particolarità delle foto e l’innata bravura del ragazzo hanno incuriosito il fotografo italiano Matteo De Mayda che ha cominciato lui stesso a fotografarlo nell’“esercizio delle sue funzioni”.
Poi gli ha chiesto di condividere un archivio e realizzare un progetto basato sulla straordinaria forza di quelle immagini. Mostrano millenni di storia funeraria di una religione che vive la morte come una fase della vita. Nella visione induista la morte ha una sua bellezza, da cui il progetto Sleeping Beauty.