Dominique Pelicot, ex perito tecnico di 71 anni, avrebbe narcotizzato per più di 10 anni la moglie, Gisèle Pelicot, per consentire ad oltre cinquanta uomini di abusare di lei nella sua casa di Mazan, un piccolo paese in Provenza. L'uomo ha filmato le scene di violenza e in un secondo momento le ha diffuse online, su una piattaforma web che adesso è stata chiusa.

Il processo a Pelicot è in corso e nelle ultime ore la pubblica accusa ha formulato la propria richiesta: 20 anni di reclusione e pene variabili dai 4 ai 17 anni per gli uomini che hanno abusato della vittima.

La sentenza è attesa entro la fine di dicembre.

Un decennio di abusi organizzati in casa

Secondo quanto emerso durante le udienze, Dominique Pelicot avrebbe stordito la moglie rendendola così incosciente e consentendo a vari uomini reclutati online di partecipare alle violenze di gruppo.

In casi del genere, il sistema francese consente alle vittime di proteggersi dietro l'anonimato. Non è il caso di Gisèle Pelicot, che ha deciso di recarsi al processo mettendoci la faccia: "Tutte le donne vittime di stupro devono dire a sé stesse 'Madame Pelicot lo ha fatto, anche noi possiamo farlo'. Non voglio più - ha esclamato ancora Pelicot così come riportato da Rai News - che provino vergogna. La vergogna non dobbiamo provarla noi, sono loro che devono provarla.

Esprimo qui soprattutto la mia volontà e la mia determinazione a cambiare questa società".

“Ho rovinato tutto. Sono colpevole di ciò che ho fatto e devo pagare”, ha invece dichiarato l’imputato in aula, ammettendo dunque le proprie responsabilità.

Le richieste della pubblica accusa

Oltre ai 20 anni chiesti per Dominique Pelicot, i pubblici ministeri hanno richiesto 17 anni di carcere per Jean-Pierre M., descritto come una figura chiave che si sarebbe ispirata al metodo ideato da Pelicot per commettere abusi analoghi.

Non a caso i Pm lo chiamano il 'discepolo di Pelicot': "Ci sono tornato 6 volte non perché mi piacesse stuprare, ma perché la mia sessualità era incontrollabile", ha ammesso l'uomo al processo.

Per gli altri 11 imputati sono state avanzate richieste di varia natura da 4 a 10 anni di galera ritenute però troppo severe dagli avvocati difensori: "La procura - ha dichiarato uno di loro, Patric Gontard - aveva la spada dell'opinione pubblica puntata sulla schiena.

Quando vedo le pene richieste, mi dico che sono davvero sproporzionate".

Nella loro requisitoria, il pm e i collaboratori hanno puntato molto sulla questione culturale affermando come sia fondamentale "cambiare i rapporti fra uomini e donne".