Ha lavorato per trent'anni in corsia: dal febbraio del 1986 all'aprile del 2015 senza possedere alcun titolo di laurea. Possedeva solo un falso certificato di laurea dell'università di Torino e un'altrettanto farlocca iscrizione all'ordine provinciale dei medici di Pavia. L'inganno architettato da Achille Alemanni, dirigente dell'Ospedale Fornaroli di Magenta e con un ruolo molto importante all'interno del reparto di chirurgia plastica, venne a galla solamente nell'aprile 2015, durante un controllo effettuato dai responsabili dell'ospedale civile di Legnano di cui l'istituto clinico di Magenta fa parte.
Un inganno lungo trent'anni
Nel corso di questi lunghi trent'anni, nessuno si è accorto di nulla. Alemanni, prima sospeso e poi licenziato, dovrà ora risarcire tutti i compensi illecitamente incassati nel corso della sua carriera. La Corte dei Conti lo ha condannato al risarcimento di 1,069 milioni di euro all'azienda ospedaliera. La tesi dei legali di Alemanni che sosteneva i "vantaggi percepiti dalla pubblica amministrazione per l'attività lavorativa fatta da Alemanni con molti successi ed encomi" non è stata accolta. La tesi preparata dagli avvocati difensori sembrava volesse dire: anche se non aveva i mezzi per esercitare la professione, Alemanni se l'è sempre cavata egregiamente, ricevendo anche moltissimi complimenti.
La pronta replica è arrivata dai giudici contabili che hanno sostenuto che è chiaro a tutti che per esercitare la professione medica una persona deve possedere requisiti culturali e professionali (Alemanni era un "chirurgo plastico della mano") fondamentali per lo svolgimento della professione. In assenza di questi requisiti il legame tra prestazione avvenuta e retribuzione è inesistente e dunque tutti gli stipendi percepiti devono essere restituiti. Alemanni dovrà quindi restituire tutti i compensi ricevuti nel corso della sua lunga (e fasulla) carriera, durata trent'anni, come "chirurgo plastico della mano" presso l'ospedale civile Fornaroli di Magenta.