Sembra non esserci pace per Michael Jackson: nonostante la sua scomparsa - avvenuta nel giugno del 2009 - prosegue il processo che vede protagonista Wade Robson, ballerino e coreografo, che - dopo aver testimoniato a favore di Michael - fece poi "marcia indietro", accusando pubblicamente il Re del Pop di pedofilia.

Nuovi documenti emersi

Secondo diverse fonti, sembra che Robson abbia testimoniato il falso, accusando Jackson di aver avuto rapporti intimi con lui, quando aveva appena sette anni.

Al contrario e sempre secondo fonti, più o meno attendibili, sembra che Robson sia invece in possesso di documenti che potrebbero, di fatto, provare la veridicità di quanto dichiarato.

Le compagnie di Jackson come copertura

I legali di Robson, sostengono che le compagnie di Michael Jackson, la MJJ Productions e la MJJ Ventures, fossero utilizzate per il reclutamento di minori: "con lo scopo di individuare, attrarre, richiamare e sedurre i bambini vittime di abusi sessuali".

Non si fermano, dunque, le accuse contro il Re del Pop: negli ultimi anni, sono stati riscritti atti su atti, perché diversi ragazzi, che avevano precedentemente accusato Jackson di abusi, hanno poi ritirato le proprie accuse, come fece Jordan Chandler, che pochi mesi dopo la morte di Michael Jackson, confessò che era stato il padre a spingerlo a testimoniare contro la popstar, solo a scopo di lucro.

Le nuove accuse da parte di Robson, riaprono comunque un (triste) capitolo che sembrava ormai chiuso: i legali di Jackson, secondo quanto riportato, vorrebbero avanzare una richiesta di risarcimento danni che supererebbe di gran lunga, la cifra di 17.000 Dollari. Wade Robson sta proseguendo, dunque, la sua battaglia legale: diversi lo accusano di essere un ciarlatano, che sta sfruttando il processo per poter guadagnare; altri lo ritengono l'ennesima vittima degli abusi della popstar. Quello che è assolutamente certo è che, nonostante siano passati anni dal primo processo e dalla morte di Jackson, la parola "Fine" ancora non è stata scritta.