La settimana che porta al summit dei 27 capi di stato e di governo dell’Ue, in occasione del 60° anniversario della firma dei Trattati di Roma nel 1957, è inevitabilmente condizionata dalla possibile emergenza sul fronte sicurezza. A preoccupare gli organizzatori della cerimonia, che si terrà proprio nella capitale italiana, sono i tre cortei anti Europa previsti, ma anche la sempre preoccupante minaccia del terrorismo di matrice islamica.
Partiamo però dal programma ufficiale di un fine settimana che si aprirà, venerdì 24, con l’udienza privata concessa ai leader Ue da papa Francesco. Poi, sabato 25, subito prima della cerimonia vera e propria che si terrà nel Palazzo dei Conservatori in Campidoglio, è previsto un pranzo ufficiale al Quirinale, ospite il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Questa volta non ci sarà una zona rossa, ma una zona verde (media sicurezza) intorno all’area del Quirinale e una zona blu (massima sicurezza) nei pressi del Campidoglio, proprio a causa dei rischi legati a possibili attentati o contestazioni violente.
Messe per un attimo da parte le polemiche sull’immobilismo organizzativo mostrato dal governo Renzi, principali organizzatori dell’evento, oltre al successore di Matteo a Palazzo Chigi, Paolo Gentiloni, sono il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, il consigliere del premier per le questioni europee, Marco Piantini, la consigliere diplomatica del governo, Maria Angela Zappia, e l’ambasciatore italiano a Bruxelles, Maurizio Massari. Obiettivo di questo incontro ad alto livello dei 27 è una dichiarazione politica congiunta che impegni i membri dell’Ue a portare avanti il progetto di un’Europa unita. Meta resa ancor più ardua dall’annuncio, fatto dalla Gran Bretagna pochi giorni fa, di voler avviare le procedure per la Brexit a partire dal 29 marzo.
I cortei anti Ue
Ad opporsi a questa piattaforma politica ci sono una galassia di sigle, più o meno note, che sabato 25 daranno vita a tre diversi cortei per le strade di Roma. Il più partecipato, ma anche il più temuto dalle forze dell’ordine, dovrebbe essere quello organizzato dalla piattaforma sociale ‘No sociale a Euro, Ue e Nato’. Movimento No Tav della Val di Susa, organizzazioni sindacali come Usb e Unicobas, Partito Comunista, Rete dei Comunisti, studenti, lavoratori precari e disoccupati dovrebbero rappresentare il nocciolo duro di una manifestazione il cui percorso non è ancora stato concordato con la questura, ma dovrebbe snodarsi tra piazza di Porta San Paolo e Bocca della Verità.
Il secondo corteo, la cui partenza è prevista alle 11.00 di sabato da piazza Vittorio, è quello denominato ‘La nostra Europa. Unita, democratica, solidale’ e vede tra gli aderenti Arci, Legambiente, Cgil, Acli, Arcigay, il movimento Diem25 di Yanis Varoufakis, Rifondazione Comunista e una miriade di altre sigle legate all’impegno sociale.
La terza manifestazione, voluta dalle destre che ora si dicono sovraniste, sfilerà da Santa Maria Maggiore al Campidoglio con, in testa, il neonato Movimento Nazionale per la Sovranità fondato dal duo Alemanno-Storace, affiancato dalla Lega di Matteo Salvini, ma non dai Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni che hanno optato per un presidio fisso all’Auditorium Angelicum.