La cancel culture è considerata da molti una sorta di revisionismo storico. E anche Enrico Mentana sembra propendere per questa tesi. Ma, secondo altre teorie, questa locuzione non indica affatto una forma moderna di ostracismo (di esclusione insomma di una persona dalla vita sociale), ma solo delle forme di critica individuale, anche se dura. Il dibattito sulla presunta cancel culture è entrato anche nella Politica dopo alcuni casi di tentata censura su opere o personaggi storici del passato. Per la verità mai effettivamente portata a termine.
In Italia i cittadini sembrano divisi a metà sulla questione, almeno a giudicare dal tono delle migliaia di commenti al post di Facebook in cui il direttore del tg di La7, Enrico Mentana, scrive testualmente: “Bisogna avere il coraggio di dirlo: per molti aspetti la cancel culture ricorda i roghi dei libri del nazismo”.
Mentana e il significato di cancel culture
Come appena accennato, Enrico Mentana sembra convinto che il fenomeno chiamato cancel culture esista davvero. Lo dimostra il fatto che il giornalista decida di paragonarlo addirittura ad alcuni aspetti del nazismo. Ma sono molti i dubbi sula reale esistenza di questa pratica. Innanzitutto, con cancel culture si identifica quella locuzione utilizzata per indicare la solo presunta, ma mai effettivamente provata, pratica di escludere da cerchie sociali, ma anche dai social network, le persone che non rispettino determinati canoni di comportamento o espressione.
Secondo i sostenitori dell’esistenza della cancel culture, questa verrebbe utilizzata per criticare e censurare opere dell’ingegno storiche, come ad esempio libri o film. Oppure per mettere all’indice alcuni personaggi.
Ma, come già accennato, sono forti i dubbi che la cancel culture esista davvero. Secondo i numerosi detrattori, infatti, si tratterebbe di un fenomeno, se non inesistente, quantomeno gonfiato e ininfluente nel dibattito politico e sociale.
Inoltre, fino a questo momento, non si sono registrati casi di effettiva cancellazione di opere, o di censura di artisti, intellettuali e personaggi storici che possano essere riconducibili a questa presunta corrente di pensiero.
Il messaggio di Enrico Mentana scatena la bufera social
Tornando alla notizia di cronaca che ha come protagonista Enrico Mentana, c’è da aggiungere che il direttore del tg di La7 si limita a pubblicare sulla sua pagina Facebook il telegrafico post di cui sopra.
“Bisogna avere il coraggio di dirlo: per molti aspetti la cancel culture ricorda i roghi dei libri del nazismo”, scrive Mentana ottenendo migliaia di reazioni e commenti e, soprattutto, spaccando a metà l’opinione pubblica. Basta scorrere l’infinita lista di commenti al post per scoprire che, da una parte, c’è chi difende la tesi del giornalista. “Ne sono più che convinto. La cosiddetta cancel culture ci avvicina a quei talebani che distruggono le statue, né più né meno”, commenta ad esempio qualcuno. Ma, dall’altra parte, sono forse ancora di più i commenti critici. “Ci vuole coraggio per dirlo. Un direttore di giornale che segue l'onda isterica su una non notizia (il bacio di Biancaneve) non è un buon segnale per la nostra informazione”, scrive infatti un altro.