Le provocazioni non si placano, nelle ultime ore un nuovo comunicato del regime di pyongyang punta il dito contro il sommergibile americano Michigan. Secondo quanto scrive Urminzokkiri, un sito della propaganda in favore del dittatore Kim Jong-un, il sottomarino nucleare che staziona al porto di Busan in Corea del Sud avrebbe le ore contate qualora si avvicinasse alle coste nordcoreane.
Nel frattempo, Lim Hye-jin, una ex guardia del regime e assegnata alla custodia di migliaia di prigionieri costretti nei campi di concentramento si racconta confessando quegli orrori al quotidiano inglese Daily Mail. La donna, che allora aveva soltanto 17 anni quando iniziava a imparare le tecniche più cruente nel trattamento dei rinchiusi, illustra i dettagli della carneficina messa in atto dai gerarchi del regime.
La vita al Campo 12 di Chongo-ri
Oggi, Lim Hye-jin vive a Seul, e ha deciso di dar sfogo ai profondi sensi di colpa che la accompagnano da parecchio tempo. La donna confessa di aver iniziato a lavorare al Campo 12 di Chongo-ri, costruito vicino al confine cinese e dove secondo i segretissimi dati Onu sarebbero stati deportate oltre 10mila persone.
E dove le scene di ordinaria follia, portavano a stuprare, decapitare e bruciare migliaia di uomini, donne e bambini considerati estremamente pericolosi per la 'Gestapo' di Pyongyang.
Nel proseguo della scioccante testimonianza, Lim si è addentrata nei particolari di numerosi e inquietanti momenti vissuti sin dall'addestramento. La prima delle tantissime regole era quella di osservare un marcato distacco nei confronti dei prigionieri, spiega l'ex guardia che ha visto torturare sino allo sfinimento una gran quantità di essere umani.
'Mi sento davvero in colpa'
Lim Hye-jin è stata la prima donna ad aver prestato servizio nei lager della morte. Luoghi, dove secondo l'ultimo rapporto della Commissione d'Inchiesta sui diritti umani nella Corea del Nord voluta dalle Nazioni Unite, sarebbero state deportate circa 2milioni di persone.
Prigionieri politici, persone imputate per reati economici e comuni criminali hanno conosciuto la malnutrizione, i lavori forzati, le torture e la morte, assicura Lim al corrispondente del Daily Mail. E confessa un profondo stato di disagio per non essere riuscita a salvare nemmeno una di queste disgraziate vite, aggiungendo che se i superiori avessero letto soltanto il suo pensiero sarebbe divenuta automaticamente una traditrice della patria e avrebbe subito una fine peggiore rispetto a quella riservata ai rinchiusi.