Con un voto negativo, il 12 aprile 2017 la Russia, membro permanente dell'ONU, ha impedito l'approvazione di un provvedimento proposto dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che avrebbe fortemente condannato l'utilizzo di armi chimiche in Siria e chiamato il Governo a cooperare per una indagine sugli incidenti della scorsa settimana.

Mentre 10 dei 15 membri del Consiglio hanno votato a favore, Russia e Cina, membri permanenti, si sono dichiarati contrari, seguiti dall'Etiopia, membro non permanente.

Il Kazakistan si è invece astenuto. Un voto negativo - anche detto veto - da parte di uno dei cinque membri permanenti del Consiglio, decreta l'immediato rifiuto della proposta.

Il testo presentato al Consiglio - sostenuto da Francia, Regno Unito e Stati Uniti, gli altri membri permanenti - avrebbe pesantemente condannato "l'uso di armi chimiche riportato in Siria, in particolare nell'attacco di Khan Shaykhun", il sito dove la scorsa settimana è avvenuto l'incidente che è costato la vita a più di ottanta persone, tra cui numerosi bambini.

Già a febbraio le due superpotenze Russia e Cina avevano fatto ricorso al diritto di veto contro una misura che avrebbe permesso di imporre sanzioni su individui e istituzioni che avessero fatto uso di armi chimiche, nel caso in cui la responsabilità fosse stata stabilita dal OPCW UN Joint Investigative Mechanism (JIM).

Il OPCW (Organisation for the Prohibition of Chemical Weapons) è un'organizzazione che si occupa dell'eliminazione delle armi chimiche in tutto il mondo.

Il 30 novembre 2015 il Consiglio dell'Unione Europea ha adottato la decisione di creare un meccanismo di indagine congiunta - il Joint Investigative Mechanism appunto - allo scopo di individuare individui o istituzioni responsabili dell'utilizzo di armi chimiche specificatamente nella regione siriana.

Negli ultimi cinque anni, la Russia ha bocciato ben otto proposte del Consiglio di Sicurezza riguardanti il conflitto siriano, mentre la Cina sei di queste otto.

Frattanto la popolazione siriana, al suo settimo anno di guerra intestina, è costretta a sopportare le crudeltà di un conflitto segnato da atroci sofferenze, distruzione e disprezzo della vita umana. Secondo l'Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari (OCHA dall'inglese Office for the Coordination of Humanitarian Affairs), 13.5 milioni di persone necessitano di assistenza umanitaria.

Inoltre, sono circa 6.3 milioni gli sfollati a causa delle violenze.

Secondo l'inviato speciale dell'ONU per la Siria, Staffan de Mistura, Stati Uniti e Russia devono trovare un modo per lavorare insieme, stabilizzare la situazione e supportare il processo politico. Aggiunge che l'attacco con armi chimiche della scorsa settimana, il bombardamento statunitense e l'intensificarsi del combattimento hanno portato in grave pericolo il fragile processo di pacificazione in corso.