Emmanuel Macron, leader del partito En Marche!, in corsa per le presidenziali francesi, ha affrontato con decisione la questione Ue in un'intervista con l'agenzia di stampa BBC. Il candidato, a meno di una settimana dal voto per il secondo turno delle presidenziali, ha affermato che l'Unione Europea deve riformarsi, o dovrà affrontare una "Frexit" -nome dato alla possibile separazione della Francia dal resto dei paesi membri dell'UE.

Riforma dell'UE o Frexit

Macron ha fatto della partecipazione europea e dell'apertura dei confini il suo cavallo di battaglia, ma si rende conto che l'Europa così com'è adesso non può più funzionare.

"Sono pro Europa, ho costantemente difeso l'idea di un'Europa unita e di politiche Europee condivise durante queste elezioni perché credo che sia estremamente importante per i francesi e per il ruolo che ricopre la nostra nazione nella globalizzazione" ha detto il candidato alla BBC.

"Ma allo stesso tempo dobbiamo guardare in faccia i problemi, ascoltare la nostra gente, e tenere conto del fatto che è estremamente arrabbiata, impaziente, e che i disservizi dell'UE non sono più sostenibili".

Macron scaglia parole dure contro il malfunzionamento dei meccanismi europei che hanno portato ai populismi dilaganti per tutto il continente, e ad un sentimento diffuso di avversione nei confronti delle istituzioni comunitarie.

"Pertanto ritengo che il mio mandato, dal giorno dopo [la mia elezione], sarà allo stesso tempo in grado di riformare profondamente l'Unione Europea e il nostro progetto europeo".

Il leader centrista ha anche aggiunto che se dovesse permettere che l'Unione continui a essere quello che è stata in questi anni, sarebbe un traditore.

"E non voglio che ciò succeda", ha continuato, "perché in tal caso avremmo una Frexit oppure assisteremmo al ritorno del Front National".

Passo indietro per Le Pen

Nel frattempo, la leader del Front National Marine Le Pen, da sempre sostenitrice dell'uscita dell'UE, fa un passo indietro con la speranza di attirare più voti. Nonostante il malcontento generale infatti, uno dei maggiori ostacoli per la Le Pen è la resistenza dei francesi a lasciare l'euro e l'unione in favore di un salto nel buio dell'isolazionismo sulla falsa riga della politica di Trump.

Per ovviare al problema, la Len Pen ha approfittato dell'alleanza con il partito di destra Debout la France -il cui presidente verrà nominato primo ministro nel caso la Len Pen dovesse vincere le presidenziali- per rimandare la questione dell'uscita in data da definirsi.

Il testo dell'accordo tra i due partiti parla chiaro: l'uscita dalla comunità e l'abbandono della moneta unica non pregiudica l'impegno in un patriottismo pragmatico che veda protagonista una Francia per la Francia.