Sabato 30 settembre è giunta al termine una terribile vicenda a sfondo sessuale durata ben 7 anni per un uomo 53enne, residente a Senise, in Basilicata, accusato di pedopornografia. L'uomo, che si è sempre dichiarato innocente, è stato accusato dalla Polizia Giudiziaria, nel 2008, su mandato della Procura di Bologna, di aver scaricato diverse immagini giudicate pedopornografiche.

Alla fine dello stesso anno, la Polizia Postale, che lo seguiva online da tempo, irrompe nell'abitazione del sospettato, sequestrando tutto il materiale multimediale in suo possedimento (pc, cd, dvd, floppy disk ecc). Dopo un'attenta analisi delle apparecchiature inerenti al contenuto, viene contestato all'uomo il possesso di materiale pedopornografico.

Il processo é fissato per il 25 novembre 2010 ma per varie ragioni (scioperi,impedimenti, 3 cambi di giudice) viene rinviato al marzo del 2017, data in cui sono stati riascoltati i testi, fino a quando lo scorso 30 settembre sono state rese note le motivazioni della sentenza d'assoluzione del Giudice Alfredo Maffei.

Nella sentenza si afferma che i fatti non sussistono

Il giudice monocratico, dopo aver analizzato attentamente i fatti e le prove a carico dell' imputato, avvalendosi anche della collaborazione dell'ingegnere Domenico Pullì, nominato dal Tribunale, afferma che i dati presenti sugli apparecchi magnetici non consentono di appurare l'età dei soggetti protagonisti dei filmati, anche se giovani, pur considerando evidente che si tratti di pornografia, conclude- "Gli esiti dell'istruttoria non hanno dimostrato che fuori da ogni ragionevole dubbio, l'imputato detenesse materiale pedopornografico".

Spesso queste cronache riaprono il sospetto su diverse fonti di estorsione. È di quasi due anni fa la notizia che vide protagonista un uomo di Melfi (PZ), tale Antonio Bevilacqua, 45enne e pregiudicato, che estorceva denaro alle sue vittime, adescate all'interno di una chat erotica, minacciando di divulgare i caratteri delle loro conversazioni, il malvivente in compagnia del suo complice 54enne Pietro Iacullo, effettuava telefonate continue con toni intimidatori alle sue vittime che si vedevano costrette a pagare pur di far cessare tale estorsione. Le indagini coordinate dalla Procura di Potenza ed affidate al questore Spadaro hanno portato in carcere il Bevilacqua ed ai domiciliari Iacullo.