L’analisi dei flussi migratori che attraversano i Paesi del globo è uno strumento sociologico fondamentale per comprendere cosa accada alle popolazioni dei Continenti secondo uno sguardo in larga scala, o nei singoli Paesi, riducendo le aree di interesse. Immaginandoci su una cartina di Google Maps che programmiamo a nostro piacimento, proviamo a 'scrollare' sempre più fino a scendere sui confini italiani per vedere i flussi che l’attraversano.
Vedremo allora le migrazioni dalle coste africane, dalla rotta balcanica e poi osserveremo anche un flusso in controtendenza che va ad aumentare: quello di quanti vanno via dall’Italia che, come mostrato dal Rapporto degli Italiani nel mondo 2017, sono quasi 5 milioni di persone, in prevalenza giovani, che cambiano paese di residenza alla ricerca di occupazione. Tra questi giovani molti sono stranieri divenuti italiani che, nonostante la cittadinanza ottenuta, decidono di andarsene.
La fuga degli stranieri con la cittadinanza italiana
Non solo i cosiddetti cervelli in fuga scappano dal Paese, ma anche quanti qui hanno cercato l’America.
Un dato questo che fa riflettere sulla situazione occupazionale, economica ed educativa del sistema Italia. Se anche chi arriva da situazioni di guerra, povertà o terzomondiste, nonostante la cittadinanza ottenuta e la possibilità, almeno in potenza, di una nuova vita decide di trascorrerla altrove, forse è il momento di chiedersi se e quanto questo Paese abbia ancora da offrire a chi lo abita.
Cosa dicono i numeri
Dal Rapporto Italiani nel mondo 2017 sappiamo che gli stranieri che ottengono la cittadinanza italiana è in crescita continua: nel 2016 si attestano intorno ai 2.000. Tra il 2012 e il 2105 sono divenuti italiani circa 474.000 stranieri, di questi circa 11.000 hanno spostato la residenza all’estero.
In queste cifre l’elemento significativo è dato dall’età media dell’emigrato naturalizzato: 24 anni per le donne, 25 per gli uomini. L’inclinazione ad andar via si riscontra principalmente in chi ha ottenuto la cittadinanza per trasmissione o elezione, ovvero chi è diventato italiano in giovanissima età.
I motivi della fuga
I giovani di origine straniera lasciano l’Italia, più o meno, per gli stessi motivi per cui lo fanno i nativi. Il principale è la carenza occupazionale e la necessità di trovare un lavoro, non soltanto per sopravvivere ma per garantirsi un iter che li porti a una soddisfazione personale, sia in campo lavorativo, sia affettivo. In alcuni casi, gli spostamenti sono temporali e servono per aggiungere conoscenze e competenze ai curricula.
Il lavoro dunque resta il problema di fondo: sia per gli italiani che per quanti lo divengono e la soluzione si cerca altrove: in Europa e negli Stati Uniti prevalentemente.
Sfiducia verso l’Italia
Secondo la fondazione Migrantes, gli stranieri divenuti italiani che lasciano il Paese mostrano un sentimento di delusione e scoraggiamento nei confronti dell’Italia, pur mantenendo un forte legame affettivo. Si lamenta un deficit di energie e inattitudine al cambiamento, mentre gli altri paesi sono visti come più in evoluzione ed attraenti, soprattutto dal punto di vista economico.