Era il 2004 quando Denise Pipitone scomparve dal marciapiede davanti alla sua abitazione, dove stava giocando. Da allora sono stati registrati alcuni avvistamenti di bambine che potessero assomigliarle, ma senza giungere ad un ritrovamento definitivo. Oggi, a distanza di 13 anni dalla Scomparsa di Denise Pipitone, le indagini sono state riaperte.
Si riapre il caso Denise Pipitone: la foto riaccende le speranze
La redazione di Chi l'ha visto ha ricevuto una foto ritraente una ragazzina i cui lineamenti del viso sono molto simili a quelli di Denise Pipitone, la bambina di Mazara del Vallo scomparsa nel 2004. La persona dello scatto combacerebbe con la ricostruzione digitale dell'invecchiamento creata dai Ris, ritraente Denise in età adolescente. Nel corso di questi anni, sono state molte le segnalazioni, il più delle volte provenienti da mitomani e, proprio per questo motivo, sarebbe opportuno prendere la notizia con le pinze. D'altro canto, la possibilità che Denise sia viva e possa essere ritrovata continua a far sperare la madre Piera Maggio.
La Procura di Mazara del Vallo riapre le indagini su Denise Pipitone
La foto mostrata nella puntata di Chi l'ha visto lunedì 11 Ottobre ha fatto riaprire il caso di Denise Pipitone, archiviato a seguito dell'assoluzione da parte della Corte di Cassazione della sorellastra Jessica Pulizzi. Al momento è stato previsto che vengano nuovamente analizzate le impronte digitali di Denise, in modo tale da appurare se dopo il sequestro la bambina è stata in qualche luogo o in qualche auto. Il legale di Piera Maggio chiese già da tempo che venisse effettuata tale operazione, ma adesso la Procura ha deciso di estendere l'analisi a tutti i campioni rilevati dopo la scomparsa.
L'avvocato di Piera Maggio e le analisi sulle impronte
L'avvocato di Piera Maggio, la madre di Denise Pipitone, ha dichiarato che le analisi relative alle impronte non hanno permesso di identificare, fino ad adesso, alcuna mano riconducibile ad una bambina. Sono stati individuati, al contrario, dei polpastrelli più o meno grandi, su cui non si ha ancora la certezza che possano essere di un minorenne. Se, poi, dal frammento di impronta rilevata è rilasciato del sudore grasso, sarà possibile effettuare delle indagini più approfondite sul DNA, grazie alle tecniche più avanzate. Al momento, Piera Maggio ha dichiarato di non illudersi, ma di continuare a non perdere le speranze.