A quanto sembrerebbe, la decisione sulle monetine della Fontana di Trevi di Roma dovrebbe risalire a circa un anno fa, quando già i primi di Ottobre il Campidoglio aveva deliberato di non volerle più convogliare verso le casse della Caritas. Adesso la decisione sta per divenire realtà: all'ente pastorale della CEI infatti sono stati concessi gli ultimi tre mesi prima che il flusso generato dalle monetine dei turisti subisca dei profondi cambiamenti.

Scontro Campidoglio-Chiesa per le monetine della Fontana di Trevi

Ogni anno, milioni di turisti provenienti dall'Italia e da tutto il mondo esprimono un desiderio gettando nella Fontana di Trevi di Roma una monetina: a volte sono centesimi, a volte euro, ma nel giro di 365 giorni in media si raccoglie all'incirca 1,5 milioni di euro.

Una cifra non indifferente che l'amministrazione del Comune di Roma da anni ha interamente devoluto alle casse della Caritas. Ma la decisione circa il ''tesoretto'' ha inasprito i rapporti tra Campidoglio e Chiesa per via del cambiamento circa la destinazione di tali fondi. A renderlo pubblico è stato un titolo collocato in prima pagina da L'Avvenire: ''Le monetine tolte ai più poveri'', ha riportato il quotidiano di ispirazione cattolica. La conferma è avvenuta dopo due giorni da parte del monsignor Lojudice, innescando così un meccanismo che ha portato il senatore e segretario del PD Bruno Astorre a pensare che il sociale sia nel mirino di Virginia Raggi e del Movimento 5 Stelle.

Le monetine della Fontana di Trevi saranno gestite dal Comune

Alla base della decisione che ha per oggetto le monetine della Fontana di Trevi vi è un principio lineare: essendo il monumento di proprietà del Campidoglio, è chiaro che i flussi economici da esso generati dovrebbero essere gestiti dall'amministrazione comunale. Il ragionamento sembrerebbe non fare una piega, ma il timore è che tali fondi vadano a finire nelle casse comunali e che vengano gestiti per sostenere spese che nulla hanno a che vedere con ciò che li ha generati.

A tal proposito è stato già chiarito che non saranno iscritti nel bilancio pubblico e che, al contrario, verranno impiegati per sostenere attività volte al supporto sociale e culturale. Ad occuparsene sarà direttamente la società Acea, alla quale spetta anche la pulizia della Fontana. La decisione, messa per iscritto il 28 dicembre scorso, causerà alla Caritas un deficit di extragettito pari a 1,5 milioni all'anno, cosa che ha fatto storcere il naso a non poche persone.

Viste le polemiche a riguardo, dal Campidoglio hanno dichiarato: ''Stiamo valutando l'ipotesi di lasciare una parte anche alla Caritas'', ma ciò, fino ad una effettiva deliberazione, rimane un'ipotesi piuttosto vaga.