Maltrattavano i bambini dell'asilo, li offendevano (utilizzando anche epiteti a sfondo razziale e sessuale) e li insultavano, li lanciavano, lasciandoli stesi per ore, sul tappetino della cuccia del cane. Le vittime avevano un’età compresa tra tre mesi e tre anni. Per due fratelli che gestivano un asilo nella zona del Pigneto a Roma, che secondo gli investigatori era fuori legge quando non “fantasma”, hanno chiesto il giudizio immediato.
La notizia è riportata dal quotidiano “Il Messaggero”. Le famiglie che hanno deciso di costituirsi parte civile sono diciotto. I bambini vittime dei due imputati sarebbero, invece, sedici.
L’arresto e le accuse
I due fratelli accusati di percosse, maltrattamenti e di aver gestito una struttura abusiva con dipendenti in nero, erano stati arrestati a giugno a seguito di una richiesta avanzata al giudice dal pubblico ministero Claudia Alberti. I due imputati avevano avanzato alla Procura una richiesta di patteggiamento, ma il pubblico ministero la ha respinta. Da qui la decisione dei difensori dei due imputati di chiedere il giudizio abbreviato (rito che permette lo sconto di un terzo dell’eventuale pena disposta dal giudice).
Secondo gli investigatori, e sulla base delle testimonianze raccolte, i due imputati avrebbero gestito la permanenza dei bambini con metodi disumani, con continue offese, angherie e maltrattamenti. I piccoli sarebbero stati tenuti in condizioni igieniche precarie e continuamente offesi per il colore della pelle, per i problemi fisici che avevano, per i comportamenti ritenuti non normali. Molto spesso i piccoli sarebbero stati derisi dalla coppia di fratello e sorella. In alcuni casi anche schiaffeggiati.
L’indagine
I presunti maltrattamenti sono stati scoperti grazie all’attività investigativa del compartimento della Polizia di frontiera di Fiumicino, allertata da alcuni genitori che avevano notato un cambiamento nei comportamenti dei figli.
Gli agenti hanno posizionato delle telecamere all’interno delle stanze del nido e registrato tutti i comportamenti negativi che sono stati, poi, indicati nel capo d’imputazione con il quale il pubblico ministero ha inteso portare in tribunale la coppia. Dagli accertamenti è anche emerso che l’asilo sarebbe stato illegale, con lavoratori impiegati in nero e senza abilitazione professionale, aperto in un appartamento senza cartelli o insegne che ne segnalassero la presenza. Sulla coppia pesa anche l’accusa di reati fiscali per non aver mai rilasciato ricevute o fatture di pagamenti.
Le proteste
Sulla vicenda è intervenuto anche Francesco Figliomeni, consigliere capitolino di Fratelli d'Italia, il quale ha chiesto al sindaco Virginia Raggi di intervenire e, tramite la Polizia di Roma Capitale, far effettuare controlli in tutte le strutture che operano nel mondo dell'educazione dell'infanzia per premiare quelle in regola con la legge e chiudere quelle abusive o che non rispettano gli standard previsti.