Jessica Langford, questo è il nome della professoressa di una Scuola media che è stata accusata di violenza sessuale nei confronti di un ragazzino di appena quattordici anni. La donna, di circa trentadue anni, ha confessato alle forze dell'ordine di avere avuto rapporti continui con il giovane anche più volte al giorno. Una storia che, con molta probabilità, ha segnato non poco la giovane donna, tanto da costringerla a presentare la propria lettera di dimissioni alla segreteria della scuola in cui insegnava.

Una "manovra" che ha suscitato molta disapprovazione all'interno dell'istituto e che ha fatto nascere qualche punto di domanda anche negli altri insegnanti, che hanno iniziato a fare domande in giro, chiedendo agli stessi alunni se fosse successo qualcosa di così grave da spingere un'insegnante a ritirarsi dal proprio ruolo.

La confessione dell'alunno e la successiva denuncia

La verità non si è di certo fatta attendere, soprattutto dopo che quel gesto ha suscitato non poco clamore in quell'istituto in cui lavorava la donna. Sarebbe stato, secondo le dichiarazioni raccolte dagli inquirenti, lo stesso ragazzino a raccontare quanto accadeva con la professoressa ed a permettere così alle forze dell'ordine di avviare una denuncia con conseguente avvio delle indagini.

Stando alle dichiarazioni raccolte, sarebbe stata la professoressa, che insegnava matematica, ad elargire "favori" sessuali al ragazzino come premio per i suoi voti. Sarebbe iniziato tutto lo scorso ventiquattro maggio, quando la donna avrebbe, stando al racconto del ragazzino, consumato un rapporto orale con il giovane per premiarlo per i suoi ottimi risultati nello studio. Successivamente, i due avrebbero consumato rapporti sessuali completi all'interno dell'istituto e durante le ore delle lezioni, raggiungendo il numero di ben quattro rapporti sessuali nell'arco della stessa giornata. Il racconto del ragazzino ha permesso alle autorità di risalire alla donna trentaduenne e metterle le manette ai polsi, così da poterla portare di fronte ad un giudice che l'ha prontamente condannata con l'accusa di violenza su un minore, quindi pedofilia, aggravata dalle responsabilità che avrebbe dovuto avere con il suo ruolo di insegnante. La giovane insegnante, durante il processo in tribunale, si sarebbe più volte dichiarata innocente, ma questo non è bastato a farle evitare la condanna del giudice.