L’utilizzo della cannabis a scopo terapeutico è una realtà in atto solo da pochi anni in Italia. La produzione delle preziose piantine è stata affidata interamente allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze. Ma la quantità di ‘erba’ prodotta non basta a soddisfare le richieste sempre crescenti di migliaia di pazienti affetti da diverse patologie come cancro, sclerosi multipla e Sla.
Per questo motivo, come riporta Nadia Ferrigo su La Stampa, il ministero della Difesa guidato da Roberta Pinotti è stato costretto a pubblicare un bando per acquistare all’estero circa 100 kg di cannabis terapeutica per una spesa che si aggira intorno ai 600mila euro (6 euro al grammo). Il governo italiano è dovuto correre precipitosamente ai ripari dopo che, nei giorni scorsi, l’associazione Cild (Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili) ha proposto ai pazienti impazienti di curarsi con la cannabis di inviare lettere di diffida al ministero della Sanità e alle Asl allo scopo di denunciare le difficoltà di procurarsi la marijuana terapeutica.
Un diritto, quello di curarsi con la cannabis, pur sempre garantito dalla legge fin dal 2007.
Lo Stato italiano costretto a procurarsi cannabis all’estero spendendo una fortuna
Dati e cifre precise sul numero delle prescrizioni mediche di cannabis terapeutica in Italia ancora non ne esistono, ma è la stessa Direzione dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del ministero della Salute ad affermare che, negli ultimi tre anni, il fabbisogno dei pazienti italiani sarebbe aumentato di 100 kg all’anno, mentre si prevede un boom di 350 chili per il 2017 e di ben 500 chili per il 2018. Logico che, di fronte a questa richiesta sempre crescente, la marijuana prodotta dai militari a Firenze risulti ampiamente insufficiente, costringendo il governo a correre ai ripari.
Per questo, come già accennato, il nostro paese è costretto a rivolgersi al mercato estero per procurasi le cime resinose prodotte dalle piante di cannabis, spesso a prezzi proibitivi. È il caso del farmaco Bedrocan (in realtà niente altro che cannabis) prodotto in Olanda e anche del paventato acquisto di 100 kg di sostanza alla mostruosa cifra di 600mila euro, quando produrla ‘in casa’ costerebbe meno della metà.
L’iniziativa di Cild: ‘Non me la spacci giusta’
Una spesa inutile a cui il ministero della Difesa sarà costretto pur di soddisfare tutte le richieste di cannabis terapeutica provenienti dai pazienti italiani. Un malumore crescente, quello dei malati, intercettato dall’associazione Cild che, il 28 dicembre scorso, ha dato avvio all’iniziativa di protesta consistente nell’invio di una lettera di diffida da parte dei pazienti alle autorità competenti, Asl e ministero della Salute.
In questo modo, spiegano i rappresentanti dell’associazione che hanno dato vita alla campagna dal titolo eloquente di ‘Non me la spacci giusta’, si cerca di tutelare i diritti dei malati, i quali hanno enormi difficoltà ad accedere alle terapie a base di cannabis.