Roma. La vicenda si svolge in zona Pigneto, dove due fratelli sono stati scoperti mentre gestivano abusivamente e senza alcun tipo di autorizzazione un asilo nido che ospitava 17 bambini, di età compresa tra i 5 mesi e i 3 anni. I piccoli venivano ripetutamente picchiati, insultati e maltrattati.
La scoperta degli abusi
I due fratelli, Silvia e Eligio Scalas, rispettivamente di 30 e 40 anni, oltre a percuotere fisicamente i bimbi li insultavano infliggendogli volgari epiteti specialmente di tipo razzista.
I bambini venivano, inoltre, tenuti in condizioni igieniche pessime e spesso venivano lasciati su un tappetino riservato ai cani.
Le indagini sono partite da una denuncia fatta dai genitori di una bambina frequentante l'asilo, turbati dal recente cambiamento di comportamento della figlia. La situazione ha fatto allarmare il padre e la madre che si sono mossi per cercare di capire che cosa stesse accadendo.
Durante l e indagini, coordinate dalla Procura di Roma, sono state messe all’interno dell’asilo delle telecamere per verificare cosa stesse accadendo al suo interno e grazie alle quali sono stati ripresi diversi episodi di maltrattamento ai danni dei poveri bambini.
La condanna del gup di Roma
Le scene registrate dalle telecamere sono servite come prova determinate per incriminare i due fratelli che sono stati arrestati nello scorso giugno, con l’accusa di maltrattamenti e percosse nei confronti dei bimbi che ospitavano.
I gestori della struttura sono stati condannati, dal gup di Roma, a cinque anni di reclusione e ad un risarcimento di 10 mila euro per ognuno dei diciassette bimbi coinvolti nella tragica vicenda.
In Tribunale, i genitori hanno ascoltato la lettura della sentenza emanata dal giudice, e hanno commentato affermando che quanto esposto fosse legittimo in relazione alle accuse ma non equo per quanto riguardasse il danno permanente subito dai loro figli.
Queste torture, fisiche e psicologiche, hanno danneggiato irreversibilmente i loro piccoli che dovranno convivere con questo trauma per moltissimo tempo, addirittura per tutta la loro vita. Per molti di loro questi maltrattamenti non stati inflitti solo per mesi, ma addirittura per anni.
Ad oggi i due fratelli, già appunto arrestati lo scorso giugno, si trovano in regime di arresti domiciliari, mentre alle famiglie in causa è stato assicurato un servizio di consulenza medico specialistico per l'assistenza post-traumatica.