Cresce il numero di donne che ogni giorno sono costrette ad abbandonare il loro lavoro perché non riescono più a conciliare la vita lavorativa con la maternità. A dirlo è una ricerca condotta dall'Ispettorato nazionale del lavoro: nel 2016 (gli ultimi dati raccolti) ben 37.738 genitori con figli fino a 3 anni d'età sono stati costretti a dare le dimissioni; 29.879 di questi sono donne.
Una piccola percentuale di loro ha rischiesto il passaggio ad un'altra azienda, mentre la maggior parte di loro (24.618) si sono licenziate perché non riuscivano più a conciliare la vita lavorativa con la maternità a causa degli elevati costi che comporta (sotto tutti i punti di vista) e dei ridotti posti nei nidi. Per gli uomini invece la situazione è al contrario: la maggior parte di loro ha chiesto il passaggio ad un'altra azienda, mentre solo una piccola parte ha dovuto lasciare il lavoro per accudire la prole. I figli non possono essere neanche più lasciati ai nonni poichè molto spesso sono ancora in età lavorativa, sempre più lontani dal pensionamento.
Un motivo che spinge le donne a lasciare il lavoro è lo stipendio sempre più basso: se quest'ultimo non raggiunge neanche i mille euro al mese, sembra loro inutile continuare a lavorare visto che così facendo lo spendono principalmente per mantenere i bambini al nido o per una baby-sitter. Perciò ritengono che sia inutile stare lontane dal loro bambino e spendere così tanto se il gioco non vale la candela.
La bellezza della maternità
Quasi ogni donna ad un certo punto della sua vita sente il desiderio di mettere su famiglia e di avere un figlio con la persona che ama. Anche se molto spesso è difficile crescere un figlio e capire come comportarsi nelle diverse situazioni, l'amore nei suoi confronti le aiuta a superare ogni difficoltà.
La maternità, accanto ai lati negativi, ne possiede molti positivi: dalle donne solitamente viene descritta come una delle esperienze più belle di sempre, ricca di emozioni e sensazioni nuove.
Avvengono una serie di modifiche che coinvolgono la mente e il corpo della madre per intero: secondo alcune ricerche, il cervello della madre subisce una serie di trasformazioni, diventando meno "egocentrico" e concentrandosi sui bisogni del bambino. A livello ormonale il corpo della madre produce "l'ormone dell'amore", l'ossitocina, responsabile dell'amore che provano nei confronti dei loro figli, accompagnato dal senso di responsabilità e dal voler proteggere il bambino.
Spesso le neo mamme però hanno aspettative troppo alte verso la maternità e quando si scontrano con la realtà può capitare che non si sentano adatte al ruolo di madre: la cosa più importante da fare è non lasciarsi abbattere dalla tristezza o dai sentimenti negativi legati alla delusione delle proprie aspettative, ma vivere la nuova esperienza con serenità, nei tempi giusti (diversi per ciascuna) e sostenersi con il proprio partner che, come la madre, si trova in una situazione nuova che stravolgerà per sempre la loro routine.